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mercoledì, 22 Gennaio, 2025
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Decreto Fiscale con il Bonus Natale: Novità e Previsioni della Manovra 2025

Il decreto fiscale è stato definitivamente approvato dalla Camera dei Deputati il 5 novembre, con 151 voti favorevoli, 111 contrari e 4 astenuti. Questo provvedimento, già approvato dal Senato, è collegato alla Manovra economica 2025 e include numerose misure che toccano ambiti come il fisco, il lavoro, gli investimenti e gli enti locali. Ora, l’attenzione si sposta sulla legge di bilancio.

Tra le novità più rilevanti, viene ampliate le categorie di beneficiari del Bonus Natale, che prevede un contributo una tantum di 100 euro nella busta paga della tredicesima, destinato ai lavoratori con un reddito fino a 28mila euro e almeno un figlio a carico. Il bonus sarà accessibile anche per i genitori single e le coppie di fatto.

Un’altra misura importante riguarda la riapertura del concordato preventivo, ora disponibile fino al 12 dicembre per le partite Iva. Questo strumento consente di pagare le tasse per due anni in base a una proposta dell’Agenzia delle Entrate, prendendo in considerazione i dati presenti nelle banche dati e i redditi dichiarati. Inoltre, per i titolari di partita Iva con ricavi o compensi inferiori a 170mila euro, il termine per il pagamento del secondo acconto delle imposte sui redditi è stato rinviato dal 2 dicembre al 16 gennaio 2025, con la possibilità di effettuare un pagamento unico o in cinque rate mensili.

Il canone Rai, invece, ritorna a essere fissato a 90 euro, mentre era in discussione un emendamento della Lega che lo riduceva a 70 euro. Infine, è stato inserito nel decreto un emendamento che riequilibra il payback sanitario tra le Regioni, sostenuto da Fratelli d’Italia e dal Partito Democratico.

Riguardo ai finanziamenti ai partiti, nonostante il governo avesse presentato un emendamento per modificare la legge del 2 per mille, questo è stato bloccato dal Quirinale. Tuttavia, nel decreto è presente una norma che aumenta di tre milioni il tetto per il finanziamento dei partiti derivante dalla destinazione volontaria del due per mille dell’Irpef, valido solo per il 2024.

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