La decisione del giudice riguardante il caso di Dania Mondini, giornalista di Rai, ha portato all’assoluzione di sei colleghi accusati di stalking. Tra di essi si trovano due ex direttori del Tg1, Andrea Montanari e Giuseppe Carboni. La vicenda iniziò nel 2018 quando Mondini segnalò di subire atti persecutori da parte dei vertici della testata. Riferì di essere stata ostacolata nel suo lavoro, in favore di un’altra conduttrice, e di essere stata isolata in redazione. Si lamentava anche di dover condividere l’ufficio con un collega con problemi igienici.
Dania Mondini presentò documentazione sanitaria che indicava disturbi ansiosi e patologie cardiologiche, che attribuì al comportamento dei suoi superiori. Le accuse coinvolgevano, oltre ai già citati Montanari e Carboni, anche il vice Filippo Gaudenzi, la giornalista Costanza Crescimbeni e i caporedattori Piero Damosso e Marco Betello. Dopo sei anni, tutti sono stati prosciolti, con il giudice che ha stabilito che “il fatto non sussiste”.
L’inchiesta, avviata nel 2018, era stata condotta per analizzare presunti atti di aggressione psicologica dei superiori. Già nel 2019, la procura aveva chiesto l’archiviazione del caso, ma le indagini sono state riprese dalla Procura Generale, che ha concluso le indagini nel maggio 2023.
Il pubblico ministero Marcello Monteleone aveva chiesto il rinvio a giudizio per gli sei accusati, ma il giudice ha decretato il non luogo a procedere. Montanari ha commentato l’esito, esprimendo soddisfazione per il ripristino della dignità dei coinvolti e sottolineando che il Tg1 non è un luogo dove si può subire stalking impunemente. Ha accusato Mondini di aver agito per motivi personali, piuttosto che per una ricerca della verità.
L’ex direttore ha concluso affermando che non ci sono stati maltrattamenti né ingiustizie, evidenziando il peso delle accuse e della vita pubblica che i sei giornalisti e le loro famiglie hanno dovuto sopportare negli ultimi anni.