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domenica, 8 Dicembre, 2024
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Dalla Rivitalizzazione degli Edifici alla Revisione delle Spese

La manovra economica del 2025 prevede un intervento da 30 miliardi di euro, con misure come tagli alla spesa pubblica e limitazioni ai bonus per i “nuovi nati”. Tra le principali misure ci sono il taglio del cuneo fiscale, l’accorpamento delle aliquote Irpef e l’introduzione della Carta Dedicata a te, che offrirà 1.000 euro ai genitori con un Isee inferiore a 40.000 euro per le spese iniziali dei neonati. In aggiunta, è previsto un incremento del bonus per gli asili nido e l’assegno unico non sarà più conteggiato nell’Isee.

Per garantire fondi freschi, i ministeri dovranno ridurre le spese del 5%, mentre la spesa sanitaria non verrà intaccata e potrebbe aumentare fino a 3 miliardi rispetto alla legge di bilancio precedente. Anche le banche e le assicurazioni dovranno contribuire con circa 3,5 miliardi, inclusi anticipi su imposte differite attive.

La riduzione del cuneo fiscale e della tassazione Irpef rappresentano oltre la metà della manovra. Si prevede una struttura di aliquota che renda i redditi sotto 20.000 euro esclusivamente contributivi, con un eventuale incremento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti fino a 35.000 euro. Un’ipotesi avanzata è di abbassare l’aliquota intermedia per i redditi fino a 50.000 euro.

Verranno introdotte detrazioni fiscali legate al numero dei componenti famiglia e può essere introdotto un “quoziente familiare” come prima misura di supporto alla famiglia. Si prevede inoltre di rivedere la soglia per gli sconti fiscali al 19%, attualmente fissata a 120.000 euro, e di estendere la decontribuzione per le mamme lavoratrici.

Incentivi all’occupazione per giovani e donne nel Mezzogiorno saranno confermati, così come la decontribuzione per le imprese nella ZES e incentivi all’autoimprenditorialità nei settori chiave. La soglia di esenzione dei fringe benefits aumenterà e sarà rivista per destinare fondi ad affitti e mutui.

Il bonus ristrutturazioni sulla prima casa sarà prorogato al 50%, mantenendo l’agevolazione. Le pensioni riceveranno un’indicizzazione completa rispetto all’inflazione e potranno aumentare le pensioni minime. Infine, saranno stanziate risorse per il rinnovo dei contratti pubblici nel triennio 2025-2027.

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