Stop alla burocrazia da Covid, a chiederlo a gran voce è Matteo Bassetti direttore della clinica di malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, intervenuto ieri alla prima giornata del congresso AMIT sulle malattie infettive e tropicali in programma il 16 e il 17 marzo a palazzo Castiglioni in corso Venezia 47 a Milano. «Il pandemonio causato dalla burocrazia da Covid ci sta ammazzando – ha puntato il dito contro le istituzioni Bassetti -. In Italia siamo specialisti a mettere regole in pochi minuti, ma poi facciamo fatica a toglierle; invece, dobbiamo avere la forza e la capacità di allentare tutta questa burocrazia che allontana la gente dai medici, anche perché oggi dobbiamo agire contro i batteri antibiotico resistenti che rappresentano la nuova emergenza».
A causa dei batteri multi-resistenti nel 2050 possibili 10 milioni di morti
Per ritrovare la fiducia degli italiani, dunque, per Bassetti occorre superare le misure restrittive che ancora rallentano la quotidianità di ospedali e istituti di cura, come tamponi e doppi percorsi; e concentrare l’attenzione su nuove minacce che si profilano all’orizzonte: dal ritorno della aviaria, ai batteri multi-resistenti, un fenomeno in crescita in tutta Europa che vede l’Italia tra i paesi più colpiti. «Questa è la vera minaccia odierna – ha rimarcato il virologo genovese -. Erano già presenti prima del Covid, ma oggi la situazione è peggiorata al punto che, se non si interverrà, diventerà un grave problema per il futuro. Si calcola che nel 2050 senza un intervento strutturato a livello mondiale sull’utilizzo appropriato degli antibiotici rischieremo di avere 10 milioni di morti; quindi, la prima causa di morte al mondo saranno le infezioni per batteri resistenti».
Necessari investimenti negli ospedali e nelle RSA per contrastare i batteri multi-resistenti
Una previsione che per il noto virologo può essere smentita con una corretta informazione, una maggiore formazione per i medici e più investimenti negli ospedali e nelle RSA. «L’Italia, a differenza di molti altri paesi europei non lascia indietro nessuno, e questo è rassicurante per una popolazione che sta invecchiando, ma occorre che ci sia maggiore connessione tra ospedali e RSA, così come avremmo già dovuto fare con il territorio. In ogni caso è urgente intervenire su questo tema», ha aggiunto.
Colonizzazioni batteriche anche sul territorio
Una vera e propria emergenza che riguarda non solo ospedali e RSA, ma anche il territorio come sottolinea Marco Tinelli infettivologo della Società italiana di Malattie infettive e tropicali (SIMIT) e co-Presidente di AMIT nel ricordare il nuovo piano nazionale di controllo all’antimicrobico resistenza approvato dal Ministero della Salute lo scorso mese di febbraio. «Purtroppo l’Italia, dopo la Grecia, ha un triste primato:12 decessi all’anno ogni 100 mila abitanti, una percentuale molto alta, se si pensa che l’Olanda ne ha solo due. È necessario dunque prestare attenzione al fenomeno che dagli ospedali e dalle RSA è migrato sul territorio».
Un piano nazionale per far fronte all’emergenza delle infezioni di batteri resistenti
Per affrontare il pericolo, che potenzialmente può interessare chiunque, dallo scorso mese di febbraio l’Italia ha adottato il nuovo piano nazionale di controllo dell’antimicrobico resistenza. «Si basa su alcuni pilastri – ha puntualizzato Tinelli – che sono: la prevenzione, la sorveglianza e il buon uso degli antibiotici».
I nuovi farmaci: antibiotici, microcine, fagi e metodo Crisprcas
Per far fronte a questa nuova emergenza si profilano all’orizzonte alcune importanti soluzioni terapeutiche: «Nel 2022 sono state approvate nuove molecole salvavita per le infezioni delle vie urinarie, addominali, della cute, dei tessuti molli e di alcuni ceppi di micobatteri della tubercolosi – ha spiegato Tinelli -. Tra le soluzioni più innovative ci sono la terapia con la microcina, che permette di uccidere i batteri multi-resistenti e ripristinare la flora intestinale; la terapia fagica, che consiste nell’attaccare e distruggere i batteri con i batteriofagi che sono virus particolari in grado di inserire il genoma virale al loro interno. Infine con il metodo CRISPCas sarà possibile modificare il genoma dei microrganismi intestinali rendendoli non aggressivi. In questo modo si attuerà una vera e propria decolonizzazione genomica senza sostituire gran parte della flora batterica come invece avviene mediante antibiotici»
Le malattie infettive che fanno paura
Anche per contrastare malattie infettive sempre presenti come l’Hiv , che interessa 38 milioni di persone al mondo, ci sono importanti soluzioni terapeutiche; come puntualizzato dalla professoressa Antonella Castagna, primario dell’unità di malattie infettive e Tropicali dell’ospedale san Raffaele e copresidente AMIT «E’ una terapia caratterizzata dalla possibilità di utilizzare farmaci long acting ovvero che si possono dare ad intervalli di due mesi e poi a sei mesi, in modo da togliere quello stigma legato alla terapia orale quotidiana – ha evidenziato la docente dell’Università Vita- Salute del San Raffaele – . occorre però puntualizzare che non c’è solo Hiv, l’Italia è appena uscita dalla epidemia di Monkeypox, mentre esiste ancora un’altra grande epidemia di cui pochi parlano che riguarda le malattie sessualmente trasmesse».
Un sistema One Health per difenderci dai batteri e dalle malattie infettive
Difendersi è possibile, ma occorre un impegno collettivo come ha rimarcato la professoressa Castagna «Serve un meccanismo One Health, ovvero un sistema integrato dove l’epidemiologo, il veterinario, il microbiologo, lo specialista delle malattie infettive costruiscono insieme un approccio e un algoritmo che permetta di non saltare i passaggi. Questo è un aspetto importante che non può essere disgiunto dal fatto che tutta la gestione delle malattie infettive ha necessità di risorse e di una strategia di produzione dei vaccini che, come ha dimostrato il Covid, se sono efficaci e prodotti in tempi rapidi rappresentano uno degli approcci più innovativi che possiamo avere nella gestione globale delle malattie infettive».