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venerdì, 28 Marzo, 2025
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Da Sovranismo alla Rassegnazione: Un Viaggio attraverso il Cambiamento

Aldo Grasso critica aspramente il Festival di Sanremo 2025, etichettandolo come quello della “rassegnazione”. Secondo il critico, l’edizione condotta da Carlo Conti si è rivelata troppo prevedibile e piatta, apprezzata dal pubblico solo perché si è “accontentato”. Grasso sottolinea che anche i giovani manifestano un dissenso sterile, riflettendo una società in declino. Nel suo articolo sul Corriere della Sera, il critico si interroga: “Da quando abbiamo smesso di desiderare il meglio?”, denunciando una generale tendenza a non chiedere di più.

Grasso definisce l’edizione caratterizzata da una rassegnazione palpabile, in cui nulla risulta sorprendente, dalla conduzione ai temi trattati. Le proposte musicali e i momenti comici denotano pigrizia e mancanza di innovazione. Nonostante le critiche, il Festival ha ottenuto ascolti record, con una media di 11,3 milioni di spettatori nelle prime tre serate, superando l’anno precedente. I dati indicano anche un aumento della Total Audience, grazie al significativo incremento dello streaming e delle visualizzazioni sui social.

Il successo, secondo Grasso, è attribuibile inizialmente alla curiosità e a un ritmo più serrato, oltre a una chiusura anticipata che ha riscosso interesse. Tuttavia, il critico avverte che il Festival ha rappresentato un “funerale della speranza”, influenzato dai social che hanno portato all’abitudine e all’assenza di spinta al dissenso. Grasso conclude affermando che il pubblico non chiede più miglioramenti, accontentandosi della mediocrità in vari ambiti, inclusi spettacolo e politica.

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