Le azioni asiatiche hanno registrato un forte calo all’apertura dopo il crollo di Wall Street, causato dagli aumenti dei dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dalla reazione di Pechino. I futures statunitensi segnalano un declino, con lo S&P 500 in calo del 2,5% e il Dow Jones del 2,1%, mentre il Nasdaq perde il 3,1%. In Giappone, l’indice Nikkei 225 ha aperto con una perdita di quasi l’8%, scendendo a mezzogiorno del 6% a 31.758,28. Anche l’Hang Seng di Hong Kong è sceso drasticamente, perdendo il 9,4% a 20.703,30, mentre il Shanghai Composite ha registrato un calo del 6,2% a 3.134,98. Il Kospi della Corea del Sud ha perso il 4,1%, e l’S&P/ASX 200 australiano ha subito una perdita del 3,8%.
Il mercato del petrolio ha visto una diminuzione, con il greggio di riferimento statunitense in calo del 4% a $ 59,49 al barile e il greggio Brent a $ 63,33. Sul mercato valutario, il dollaro statunitense è sceso a 146,70 yen giapponesi.
Venerdì scorso, Wall Street ha vissuto la sua peggiore crisi dai tempi della pandemia di COVID, con lo S&P 500 e il Dow che hanno perso rispettivamente il 6% e il 5,5%. Le previsioni degli osservatori del mercato indicano oscillazioni più ampie nei prossimi giorni. La Cina ha risposto agli aumenti dei dazi statunitensi imposti del 34% con misure simili sulle importazioni americane, suscitando timori di possibili recessioni globali. L’S&P 500 ha registrato un calo del 17,4% rispetto ai massimi storici di febbraio.