Negli ultimi cinque anni, i crimini informatici hanno subito un notevole incremento, diventando una delle principali minacce per le aziende in Italia. Questo fenomeno ha reso la cybersicurezza una priorità strategica, specialmente per le piccole e medie imprese, che spesso si trovano prive di competenze e strumenti adeguati.
Recentemente, un attacco informatico ha colpito la compagnia aerea australiana Qantas, esponendo i dati personali di milioni di clienti. In un altro caso significativo, trenta PMI venete sono state vittime di un gruppo di hacker specializzati, i quali hanno richiesto ingenti riscatti per il ripristino dei dati compromessi. Un esempio preoccupante è quello di una piccola azienda manifatturiera italiana, bersaglio di un attacco “man in the middle”, in cui un hacker ha manipolato una fattura, causando danni economici e reputazionali.
Secondo un’analisi condotta da Confartigianato, i crimini informatici denunciati dalle aziende italiane sono aumentati del 45,5% tra il 2019 e il 2023, e il 15,8% delle aziende ha segnalato incidenti informatici. Sebbene il dato italiano sia inferiore alla media europea, cresce il riconoscimento dell’importanza della cybersicurezza. L’83,1% delle imprese riconosce l’importanza di questa area, posizionando l’Italia al secondo posto in Europa.
Nel futuro, il 42,6% delle aziende prevede investimenti nella sicurezza informatica, anche con l’integrazione dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, solo il 32,2% delle imprese ha implementato adeguate misure di sicurezza. La carenza di personale specializzato è una questione critica, con il 22,8% delle aziende che segnala difficoltà nel reclutare esperti, un problema accentuato nel caso delle piccole imprese. La crescente digitalizzazione espone ulteriormente le aziende a rischi informatici, richiedendo urgentemente una visione sistematica della cybersicurezza come pilastro dell’innovazione e crescita economica.
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