La Commissione Cultura della Camera dei Deputati italiana ha approvato una risoluzione che prevede l’esclusione dell’insegnamento di qualsiasi contenuto relativo alla “teoria gender” nelle scuole. Presentata da Rossano Sasso della Lega, la risoluzione è sostenuta da tutta la maggioranza di governo e mira a contrastare, secondo i firmatari, l’uso delle istituzioni scolastiche come “palco privilegiato” per la diffusione di ideologie legate al gender, considerate unilaterali e critiche.
Nel testo della risoluzione si fa menzione delle parole di Papa Francesco, ma ciò che si intende per “teoria gender” e ciò che effettivamente si vuole escludere dalla scuola non è ben chiaro, anche perché l’educazione sessuale non è un argomento trattato nel curriculum scolastico italiano. Sasso ha dichiarato che la risoluzione è un passo per fermare la “propaganda gender” nelle scuole, e ha criticato le reazioni negative da parte di altri partiti, affermando che chi ha sollevato polemiche non ha compreso il contenuto del testo.
Sasso ha inoltre evidenziato la necessità di proteggere i diritti dei bambini, volendo mantenere l’infanzia lontana da quella che egli definisce una “iper-sessualizzazione”. Nonostante gli studi di genere esistano dal dopoguerra, la definizione di “ideologia gender” proposta dai suoi oppositori è relativamente recente e non viene chiara nei suoi contenuti, risultando in molti casi una struttura di propaganda.
La stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si era espressa in modo critico riguardo alla definizione di “teoria gender”, dimostrando una posizione ambivalente su un tema che divide profondamente l’opinione pubblica e la politica. Le posizioni sull’argomento rimangono fortemente polarizzate, con i sostenitori dei diritti Lgbti che accusano le istituzioni di perpetuare una visione antiquata e discriminatoria riguardo l’identità di genere. In sintesi, la questione viene presentata come una battaglia culturale più ampia, dove da un lato si trovano i diritti delle persone e dall’altro una concezione tradizionalista della società.