domenica, Ottobre 6, 2024
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Cosa richiede il personale sanitario dopo l’aggressione a Foggia

La recente escalation di aggressioni contro il personale sanitario in Italia ha sollevato un allarme significativo, comportando un aumento drammatico di episodi di violenza. L’ultimo incidente si è verificato all’Ospedale Riuniti di Foggia, dove un gruppo di circa 50 persone ha aggredito medici e infermieri dopo la morte di una paziente. Questo evento ha suscitato sconcerto, evidenziando l’estrema vulnerabilità degli operatori della salute, costretti a rifugiarsi in una stanza per proteggersi.

Nel 2023, secondo l’Anaao-Assomed, si sono registrate circa 16.000 aggressioni, di cui un terzo fisiche e il 70% rivolte a donne. Le forme di violenza includono non solo colpi e pugni, ma anche tentativi di strangolamento e minacce letali. Le proposte per affrontare questa grave situazione non sono mancate, con diverse organizzazioni del settore sanitario che chiedono interventi urgenti.

Tra le misure suggerite, il sindacato degli infermieri Nursing Up ha richiesto la presenza dell’esercito negli ospedali e l’urgente convocazione di un comitato per la sicurezza pubblica. Si segnala che ad agosto si sono verificati 34 episodi di aggressione, un numero allarmante in un solo mese. In risposta, i sindacati dei medici hanno minacciato di abbandonare gli ospedali se non saranno implementate misure di protezione adeguate.

Una proposta legislativa avanzata dal senatore Ignazio Zullo prevede un sistema di esclusione temporanea dalle cure per chi aggredisce il personale sanitario, con l’intento di inviare un messaggio chiaro contro la violenza in ambito sanitario. La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) suggerisce invece di applicare l’arresto in flagranza differita per i trasgressori, sfruttando la documentazione video-fotografica per garantire giustizia.

La situazione è tanto grave che la Fiaso chiede un intervento deciso da parte delle forze di polizia e della magistratura, sottolineando che senza misure tempestive di deterrenza, la violenza nelle strutture sanitarie rischia di diventare un fenomeno normalizzato. L’obiettivo comune è proteggere chi lavora per garantire il diritto alla salute ai cittadini, un fondamentale servizio pubblico a rischio a causa della violenza diffusa.

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