La Corte costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie, ma ha giudicato illegittime alcune specifiche disposizioni del testo legislativo. I giudici evidenziano che la forma di Stato deve garantire unità della Repubblica, solidarietà tra le Regioni, e rispetto dei diritti dei cittadini. La distribuzione delle funzioni legislative e amministrative deve prioritariamente perseguire il bene comune e tutelare i diritti previsti dalla Costituzione, basandosi sul principio di sussidiarietà.
L’autonomia differenziata, secondo la Corte, deve migliorare l’efficienza degli apparati pubblici e rispondere alle esigenze dei cittadini. In particolare, è incostituzionale la possibilità di trasferire materie senza una giustificazione precisa legata alla singola Regione, legandola al principio di sussidiarietà. La Corte ha anche contestato la delega legislativa per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep), ritenendo che la mancanza di criteri direttivi limiti il ruolo del Parlamento, poiché la decisione verrebbe delegata al Governo.
Inoltre, è stata considerata incostituzionale la norma che consente di aggiornare i Lep tramite un decreto del Presidente del Consiglio. Anche la facoltà di modificare le aliquote fiscali con decreto interministeriale è stata giudicata inadeguata, poiché potrebbe ricompensare Regioni inefficienti. La Corte ha sottolineato l’importanza di mantenere i vincoli di solidarietà e unità della Repubblica, critico verso la facoltatività per le Regioni nel contribuire agli obiettivi di finanza pubblica.
Rispetto all’applicabilità della legge sull’autonomia alle Regioni a statuto speciale, questa è stata vista come inadeguata. La Corte ha fornito criteri interpretativi per garantire la costituzionalità di altre sezioni della legge, evidenziando che l’iniziativa legislativa non deve essere solo appannaggio del Governo, ma anche delle Camere, le quali possono rinegoziare l’intesa. È stata rimarcata la necessità di avere un quadro finanziario chiaro e di rispettare gli obblighi europei.
Infine, la Corte ha sottolineato che ora spetta al Parlamento integrare le lacune presenti, rispettando sempre i principi costituzionali e garantendo la funzionalità della legge. La Corte continuerà a monitorare la costituzionalità delle singole leggi di differenziazione eventualmente contestate.