Il WWF è sotto accusa per aver apparentemente favorito il commercio delle pellicce di orso polare, secondo un’inchiesta del Guardian. Sebbene l’organizzazione utilizzi l’immagine dell’orso polare per raccogliere fondi, le sue posizioni internazionali stanno sollevando interrogativi sulla coerenza con la sua missione di protezione della fauna selvatica. Durante le riunioni della CITES, il WWF ha contrastato il rafforzamento delle misure di protezione per gli orsi polari, sostenendo che il commercio regolato non rappresenta una minaccia diretta per la specie. Il WWF promuove l'”uso sostenibile della fauna selvatica”, un concetto che implica una regolamentazione del prelievo limitato di esemplari per favorire la conservazione. Questo approccio è stato applicato anche ad altre specie come gli elefanti africani.
Nel passato, Stati Uniti e Russia hanno proposto di spostare l’orso polare a una protezione assoluta, ma il WWF ha rifiutato, affermando che il cambiamento climatico è il principale pericolo. Critiche sono giunte da altre organizzazioni ambientaliste, che chiedevano misure più severe. Inoltre, l’atteggiamento del WWF sulla caccia al trofeo e il commercio di avorio ha generato polemiche; nel 2013, l’organizzazione si oppose a una moratoria sulle vendite legali di avorio. Sebbene non si opponga completamente alla caccia al trofeo, il WWF sostiene che essa, se regolata, potrebbe essere una risorsa per le comunità locali.
Scandali passati, come il coinvolgimento con forze paramilitari in Africa e Asia, hanno ulteriormente danneggiato la reputazione del WWF. Queste controversie evidenziano la complessità del suo ruolo nella gestione delle risorse naturali e nella tutela della fauna, spingendo a chiedere una maggiore trasparenza nelle sue politiche.