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– “Nel secondo trimestre dell’anno, l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche sul PIL si è marcatamente ridotto in termini tendenziali proseguendo il suo percorso di miglioramento iniziato nel primo trimestre. Il potere d’acquisto delle famiglie ha registrato una flessione lieve nonostante l’impatto negativo dell’aumento dei prezzi. Il tasso di risparmio delle famiglie è diminuito di 2,3 punti percentuali attestandosi tuttavia ancora su livelli più alti rispetto al periodo pre-pandemico. Si conferma il trend crescente del tasso di investimento delle società non-finanziarie, rimane stabile sui minimi della serie storica dal 1999 la quota di profitto”. Questo il quadro tracciato dall’Istat nel Report sui conti trimestrali delle amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società.

Amministrazioni pubbliche – Nel secondo trimestre 2022 le uscite totali sono diminuite dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2021 e la loro incidenza sul PIL pari al 51,5% è diminuita in termini tendenziali di 3,9 punti percentuali. Nei primi sei mesi del 2022 la relativa incidenza è stata pari al 51,6%, in riduzione di 3,2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021. Le uscite correnti hanno registrato un aumento tendenziale del 5,1% mentre le uscite in conto capitale si sono ridotte in termini tendenziali del 36,5%. Le entrate totali sono aumentate in termini tendenziali dell’8,5% e la loro incidenza sul PIL è stata del 48,4%, in crescita di 0,6 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021. Nei prima metà dell’anno, l’incidenza delle entrate totali sul PILè stata del 45,7%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021. Le entrate correnti e le entrate in conto capitale hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento rispettivamente dell’8,5% e del 10,9%. Complessivamente, nei primi due trimestri del 2022 le AP hanno registrato un indebitamento netto pari al -6,0% del PIL , in miglioramento rispetto al -10,0% del corrispondente periodo del 2021. Nei primi sei mesi del 2022, in termini di incidenza sul PIL il saldo primario e il saldo corrente sono risultati negativi, pari rispettivamente a -1,7% -6,4% nello stesso periodo del 2021 e -2,0% -4,3% nel corrispondente periodo del 2021. Nello stesso periodo, la pressione fiscale si attesta al 40,4% del PIL, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto ai 40,0 del 2021.

Famiglie consumatrici – Nel secondo trimestre 2022 il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,5% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento del deflatore implicito dei consumi pari anch’esso all’1,5%, il potere d’acquisto è lievemente diminuito -0,1% rispetto al trimestre precedente. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, è stata pari al 9,3% -2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Tale flessione deriva da una crescita della spesa per consumi finali marcatamente più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo +4,1% e +1,5%, rispettivamente. Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 7,3%, più alto di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento della spesa per investimenti fissi lordi del 3,5% e del già segnalato aumento del reddito lordo disponibile.

Società non finanziarie –
Nel secondo trimestre del 2022, la quota di profitto delle società non finanziarie è stata pari al 39,6%, invariata rispetto al trimestre precedente. In termini congiunturali, la flessione di questo indicatore è il risultato di una crescita del risultato lordo di gestione del 2,6%, lievemente superiore di quella del valore aggiunto +2,5%. La spesa per investimenti fissi lordi delle società non finanziarie è cresciuta del 4,8% rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento si è attestato al 25,0%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Conti economici trimestrali II trimestre 2022 – Nel secondo trimestre del 2022 il prodotto interno lordo espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e del 5% nei confronti del secondo trimestre del 2021. La stima della crescita congiunturale del PIL diffusa l’1 settembre 2022 era stata anch’essa dell’1,1% mentre quella tendenziale era stata del 4,7%. Il secondo trimestre del 2022 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2021. La variazione acquisita per il 2022 è pari al +3,6%. Quella relativa ai conti trimestrali rilasciati l’1 settembre era stata del +3,5%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in ripresa, con un aumento dell’1,6% dei consumi finali nazionali e dell’1,1% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 2% e dell’1,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contributo positivo di 1,5 punti percentuali alla crescita del Pil: +1,5 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, +0,2 punti gli investimenti fissi lordi, mentre la spesa delle Amministrazioni Pubbliche AP ha dato un contributo negativo pari a -0,2 punti percentuali. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del PIL per -0,3 punti percentuali, così come la domanda estera netta, il cui contributo è risultato pari a -0,1 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di industria e servizi pari in entrambi i casi all’1,1%, mentre l’agricoltura registra una diminuzione dell’1,1%.

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