Domani alla Camera si prevede un nuovo nulla di fatto riguardo la nomina del giudice della Corte Costituzionale, che rappresenterebbe il nono tentativo fallito del Parlamento in seduta comune. L’ultima fumata nera si è verificata l’8 ottobre, quando le opposizioni si astennero dal votare per contrastare il centrodestra nella scelta di Francesco Saverio Marini. Secondo fonti parlamentari, per la nomina prevista nel pomeriggio di domani a Montecitorio, si dovrà continuare a attendere.
A meno di 24 ore dallo scrutinio, il centrodestra non ha inviato alcun avviso ai suoi membri per garantire la presenza in Aula, né ha fornito indicazioni sul candidato da votare. Questo Mario è un chiaro segnale dell’assenza di intenti per chiudere la questione, poiché mancano i numeri per raggiungere il quorum necessario. Molti ritengono che domani mattina la maggioranza opterà per scheda bianca. Anche le opposizioni non hanno ricevuto comunicazioni significative, confermando che, fino ad ora, non ci sono stati sviluppi. Non ci sono nomi da parte della maggioranza per avviare il confronto previsto dalla Costituzione, evidenziato da Elly Schlein nell’ultima fumata nera, che richiede una maggioranza qualificata per l’elezione del giudice.
Attualmente non ci sono novità, ma potrebbe accadere qualcosa tra stasera e domattina. La percezione generale, però, suggerisce che il centrodestra non ha ancora raggiunto un accordo per il posto vacante lasciato dall’ex presidente Silvana Sciarra. Per questo cresce l’ipotesi di un rinvio a dicembre, quando scadranno altri tre giudici costituzionali nominati dal Parlamento. Ciò potrebbe permettere una nomina ‘a pacchetto’: tre nomi per il centrodestra e uno per le opposizioni. Francesco Saverio Marini rimane il candidato di punta, mentre Carlo Diodato ha buone possibilità.
La Corte Costituzionale, composta da quindici membri, opera attualmente con soli 14 componenti. Anche l’elezione del nuovo presidente della Giunta per le Autorizzazioni continua a rimanere bloccata, dopo le dimissioni di Enrico Costa. La seduta, fissata per domani alle 15, appare destinata a rimanere inconcludente per il mancato coinvolgimento della maggioranza.