Al Consiglio europeo di Bruxelles, Giorgia Meloni affronta temi cruciali per il governo italiano, concentrandosi su immigrazione e spese in armamenti. La premier sostiene che per finanziare gli investimenti nella difesa sia necessario coinvolgere il settore privato, e propone l’adozione di strumenti europei comuni che non gravino sul debito degli Stati membri. Riguardo all’immigrazione clandestina, Meloni auspica una rapida approvazione del regolamento sui rimpatri e la definizione di una lista di Paesi di origine sicuri.
Durante la riunione, i leader europei discutono di competitività e della situazione attuale del conflitto russo-ucraino, con Meloni che accoglie positivamente l’inclusione della proposta italiana sugli investimenti in difesa. In un incontro bilaterale con Ursula von der Leyen, Meloni ribadisce l’importanza del capitale privato nella difesa e chiede strumenti comuni, esprimendo cautela relativa agli eurobond e ai prestiti per le spese militari, rimarcando la necessità di comprendere dettagli cruciali.
La premier invita alla prudenza sulla risposta europea ai dazi statunitensi, sottolineando le potenziali conseguenze negative. Riguardo alle dichiarazioni di von der Leyen sulla preparazione alla guerra entro il 2030, Meloni chiede maggiore attenzione per evitare di disorientare i cittadini. Prima del vertice, Meloni incontra i colleghi dell’Ecr per discutere i punti chiave del Consiglio, evidenziando la crescita della sua leadership europea.
In merito alla gestione del fenomeno migratorio, Meloni co-presiede una riunione con i Paesi Bassi e la Danimarca, sostenendo un rapido sviluppo della lista europea di Paesi sicuri. Infine, Meloni risponde alle polemiche sul Manifesto di Ventotene, criticando la sinistra per le reazioni alle sue opinioni su alcune parti del testo.