Dopo gli scontri avvenuti a Bologna, la premier Giorgia Meloni ha criticato duramente una parte della sinistra italiana. In una nota diffusa il 9 novembre, poche ore dopo i fatti, Meloni ha espresso la sua “totale solidarietà” alle forze dell’ordine e ha denunciato le violenze perpetrate dai collettivi contro la Polizia di Stato. Ha sottolineato che i membri delle forze dell’ordine hanno affrontato con professionalità e coraggio i violenti, che hanno lanciato oggetti pericolosi, rischiando la loro incolumità. Meloni ha inoltre espresso disappunto per il fatto che alcuni esponenti della sinistra continuino a tollerare o addirittura a sostenere i facinorosi, piuttosto che condannarli e mostrare solidarietà per il lavoro delle forze di sicurezza.
Il bilancio degli scontri a Bologna ha visto il ferimento di tre poliziotti e una decina di giovani, tutti con ferite lievi, grazie al massiccio dispiegamento delle forze di polizia, composto da circa 300 agenti in tenuta anti-sommossa. Questo dispositivo ha permesso di evitare un contatto diretto tra i vari cortei di antagonisti, antifascisti e associazioni di sinistra che contestavano la concessione di una manifestazione a Casa Pound. Mentre il corteo dei Patrioti veniva bloccato dalla polizia, il corteo dei collettivi si è scontrato con le forze dell’ordine. In un altro punto, un gruppo di cittadini ha intonato “Bella Ciao” in segno di protesta.
Le tensioni politiche sono aumentate dopo i fatti di Bologna, con Meloni che ha già criticato la leader della sinistra, Elly Schlein, definendola “sinistra da salotto” in relazione a questioni sui diritti sindacali. Anche Elena Ugolini, candidata del centrodestra per la presidenza della regione, ha attaccato la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, per aver seguito a distanza il corteo dei collettivi.
In aggiunta, il questore di Bologna, Antonio Sbordone, ha difeso l’operato degli agenti, affermando che la polizia ha garantito il diritto di manifestazione senza usare violenza, nonostante fosse stata aggredita con bottiglie, mazze e bombe carta. La polemica politica è destinata a intensificarsi in vista delle elezioni regionali del 17 e 18 novembre in Emilia-Romagna.