Il 17enne arrestato per l’omicidio del giovane calciatore Santo Romano ha confessato di aver sparato il colpo che ha provocato la morte del 19enne. L’omicidio è avvenuto a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli, dopo una lite tra gruppi di ragazzi in piazza. Inizialmente, il minorenne ha tentato di negare il suo coinvolgimento, ma successivamente ha ammesso le sue responsabilità durante l’interrogatorio con il pubblico ministero, dichiarando di essere stato lui a esplodere il colpo mortale.
Secondo le informazioni riportate da Ansa, il giovane non ha fornito indicazioni sul recupero della pistola utilizzata, affermando di averla acquistata in un campo rom. Inoltre, non ha rivelato il nome di un amico presente con lui durante l’incidente, il quale è attualmente sotto indagine.
Il minorenne proviene dal quartiere di Barra, a Napoli, e, nonostante la giovane età, ha già un passato criminale. Era stato arrestato nel gennaio scorso e rilasciato il 28 maggio, dopo aver scontato una condanna di un anno e mezzo per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di droga. Dopo l’interrogatorio, è stato collocato presso un centro per minori in attesa di convalida del fermo ed è accusato di omicidio, spari in luogo pubblico e detenzione illegale di arma.
I carabinieri sono riusciti a identificare il giovane colpevole dopo aver esaminato le registrazioni delle telecamere di sorveglianza. L’omicidio è avvenuto poco dopo la mezzanotte in piazza Capasso, di fronte al Comune. La lite tra i gruppi di ragazzi era iniziata a causa di un banale incidente. Il 17enne si sarebbe allontanato dal luogo e, poco dopo, è ritornato a bordo di una Smart, esplodendo due colpi di pistola, uno dei quali ha colpito e ucciso Santo Romano, mentre l’altro ha ferito un amico di quest’ultimo.
Santo Romano era un giovane calciatore di 19 anni, incensurato e studente, le cui aspirazioni nel calcio sono state tragicamente interrotte.