Una 35enne di Napoli ha fatto causa a un cliente dopo che quest’ultimo non ha pagato 5mila euro per un servizio di accompagnamento a Roma. La donna, che lavora come escort e accompagnatrice e che è separata con una figlia, aveva concordato un weekend con un 60enne romano. Il soggiorno era avvenuto dal 14 al 16 marzo, durante il quale la donna ha svolto il servizio come previsto. Dopo il weekend, però, il cliente ha smesso di rispondere alle sue telefonate e non ha effettuato il pagamento concordato.
Grazie all’introduzione del nuovo codice Ateco ‘servizi di incontro ed eventi simili’, in vigore dal 1° aprile 2025, le lavoratrici del sesso possono aprire partite IVA e, di conseguenza, ufficializzare le loro transazioni attraverso fatture. Questa novità ha permesso alla donna di agire legalmente per il recupero del compenso dovuto. Così, si è rivolta al giudice di pace di Roma presentando un ricorso per decreto ingiuntivo basato sulla fattura emessa.
L’attività, che prima era svolta in modo informale, ha visto un cambiamento significativo grazie alla nuova legislazione che consente una maggiore protezione giuridica per le lavoratrici del settore. La situazione ora è in attesa di una decisione da parte del giudice, mentre la donna spera di recuperare il pagamento dovuto per il servizio prestato.