La Cina svolge un ruolo sempre più centrale nel settore della salute globale, fornendo ingredienti fondamentali per la produzione di medicinali in tutto il mondo. Le fabbriche cinesi producono molte delle sostanze attive necessarie anche per farmaci commercializzati negli Stati Uniti e in Europa.
Un esempio significativo è l’amoxicillina, l’antibiotico più prescritto, le cui molecole principali provengono dalla Cina. Oltre 700 farmaci disponibili in Occidente contengono almeno un ingrediente chimico prodotto esclusivamente in Cina.
Shanghai è emersa come un nuovo centro di innovazione farmaceutica globale, superando il ruolo di semplice produttore di farmaci generici. Negli ultimi anni, il paese ha investito ingenti somme nella ricerca biotecnologica, attraendo esperti e creando un ambiente che accelera i tempi per i trial clinici. Se Boston è considerata la capitale del biotech negli Stati Uniti, Shanghai ha acquisito lo stesso status in Asia, con aziende come Beigene e CSPC che competono e spesso superano le imprese occidentali.
Le Big Pharma, come AstraZeneca e Pfizer, stanno investendo miliardi per acquisire licenze di farmaci cinesi da sviluppare nei mercati occidentali. AstraZeneca ha già firmato contratti per oltre 13 miliardi di dollari, mentre Pfizer ha investito 6 miliardi per un farmaco oncologico che sarà prodotto negli Stati Uniti.
La Cina ha creato un ecosistema efficace, con trial clinici più rapidi e costi ridotti, attirando così investimenti e interesse internazionale. Gli investitori sono ottimisti sul futuro del biotech cinese, consapevoli che gli Stati Uniti dipendono sempre più da queste innovazioni.