Subito dopo il question time in Senato, abbiamo incontrato la senatrice Daniela Sbrollini di Italia Viva, che ha posto alla ministra Maria Cristina Messa il quesito sull’ingiustizia subita dai medici specializzandi dall’83 al ’91. La ministra ha risposto rimarcando grande disponibilità a sanare a breve la disparità che ancora dopo anni questi medici subiscono.

Senatrice sulla questione degli ex specializzandi ha appena incassato un importante impegno da parte del governo. Abbiamo sentito la risposta al suo question time da parte della ministra Messa che apre le porte a dare giustizia a centinaia di migliaia di medici che la aspettano.

«La ministra ha finalmente messo in evidenza come il ministero si farà carico di questa disparità di trattamento che c’è stata negli anni. Parliamo di migliaia di medici specializzandi che non hanno avuto quel riconoscimento, quindi un diritto a una remunerazione dovuta proprio negli anni dall’83 al 91. Sicuramente la Corte di Giustizia ci dà in questo caso un aiuto importante perché lo Stato italiano non può fare a meno di prendere in considerazione anche quest’ultima sentenza e quindi di conseguenza mettere fine ad una disparità di trattamento economico che queste persone che abbiamo vinto in questi due anni di Covid quanto sia importante lavorare sulla formazione di un ruolo così delicato e importante per il sistema paese. Non finiremo mai di ringraziare il personale sanitario, nello specifico quelli che si stanno specializzando o si sono specializzando in un campo così importante per il benessere dei cittadini italiani».

La recente pronuncia della Corte di Giustizia europea ma anche della Commissione europea è stata molto chiara anche sui temi della prescrizione e della rivalutazione monetaria. Anche su questa mi sembra che ci sia un chiaro segnale da parte della ministra Messa, che pur parlando delle difficoltà di trovare le risorse, ha detto che è un diritto che i medici meritano e quindi riceveranno.

«Noi di Italia Viva vigileremo affinché questa valutazione sia fatta correttamente, io penso che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo bisogna quanto meno difendere i diritti giusti e riconoscerli fino in fondo. Questo è un tema che per noi è prioritario e aiuteremo tutti anche come gruppi parlamentari a trovare le risorse necessarie».

La politica si è mossa sotto spinta dell’Europa ora dovranno fare la loro mossa i tribunali..

«Non c’è dubbio, ci auguriamo che anche da questo punto di vista ci sia una risposta immediata perché la politica ha fatto la sua parte. Ci sono stati ben 8 anni di ritardi e quindi dobbiamo dare ora una risposta adeguata che non può essere più rimandata nel modo più assoluto. La politica ha fatto il primo risultato e ora anche i tribunali devono lavorare di conseguenza».

Se lei ora avesse di fronte i medici che aspettano giustizia, cosa direbbe?

«Chiederei scusa per i ritardi perché mi sembra doveroso farlo verso persone competenti che hanno dei diritti. E poi direi loro che non sono soli, che è una battaglia che ci siamo presi a cuore e continueremo a sostenerli finché l’ingiustizia non verrà rimossa completamente».

 



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