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sabato, 18 Gennaio, 2025
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Chiara Petrolini e le rivelazioni sui neonati deceduti a Parma: cosa è emerso nel secondo interrogatorio

Durante il secondo interrogatorio, Chiara Petrolini, la studentessa arrestata per i neonati trovati morti nel giardino della sua casa a Traversetolo, ha rivelato ulteriori dettagli. Inizialmente, aveva negato di conoscere il Misoprostolo, un farmaco utilizzato per l’aborto spontaneo, ma gli investigatori hanno scoperto che aveva effettuato ricerche online su questo farmaco. Alla domanda “Perché ha mentito?”, Chiara ha dichiarato di non ricordare di aver cercato informazioni e di aver vissuto un “momento di debolezza”, cercando di informarsi su un possibile aborto.

Gli inquirenti l’hanno interrogata su come le fosse venuto in mente di cercare il Misoprostolo e Chiara ha risposto di aver fatto varie ricerche in cui era emerso il nome del farmaco. Il Misoprostolo è anche utilizzato per indurre il travaglio e per prevenire ulcere gastriche. Durante il primo interrogatorio, Chiara aveva negato di aver assunto droghe o alcolici durante la gravidanza, ma una testimone ha rivelato che aveva consumato birra e fumato erba in una data specifica.

Nei successivi interrogatori, Chiara ha ammesso di aver mentito per paura del giudizio. Gli investigatori l’hanno incalzata anche sulle sue affermazioni riguardo all’assenza di manovre per accelerare il parto; Chiara ha inizialmente negato tali pratiche, ma nel secondo interrogatorio ha ammesso di aver cercato informazioni. Ha giustificato queste ricerche come un segno di “debolezza” e ha negato di aver messo in atto quanto cercato.

Riguardo alla questione del sangue, gli inquirenti le hanno chiesto spiegazioni, poiché l’autopsia ha rivelato che il bambino era morto per emorragia. Lei ha risposto di non aver visto sangue e ha sostenuto che quando si era svegliata aveva notato una macchia, ma non era convinta fosse legata al neonato.

Il 4 dicembre, i giudici del Tribunale del Riesame di Bologna hanno deciso di mantenere Chiara in carcere, considerando inadeguati gli arresti domiciliari, dato che gli eventi si sono verificati in presenza della famiglia e la ragazza potrebbe concepire nuovamente e commettere gli stessi reati senza destare sospetti.

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