Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, è stata condannata dalla Cassazione a un anno, cinque mesi e 23 giorni per la gestione dei fatti accaduti il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, durante una proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. In quell’occasione, il panico scatenato da un gruppo di malviventi, che spruzzarono spray urticante, portò a una fuga disordinata. Il caos provocò oltre 1.600 feriti e la morte di tre persone: Erika Pioletti, Marisa Amato e Anthony Bucci.
I giudici hanno stabilito che Appendino abbia influenzato le scelte relative al luogo dell’evento senza considerare adeguatamente la sicurezza, e che abbia omesso di adottare l’ordinanza anti-vetro necessaria per garantire la sicurezza degli spettatori. La sua condanna è stata condivisa dall’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, mentre Maurizio Montagnese, presidente dell’agenzia Turismo Torino all’epoca dei fatti, è stato assolto.
Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha dichiarato che si tratta di una “condanna ingiusta” nei confronti di un sindaco, esprimendo solidarietà a Appendino. La vicenda ha suscitato grande attenzione mediatica e discussioni sulla responsabilità degli amministratori nella gestione della sicurezza pubblica durante eventi affollati.