La recente tregua tra Iran e Israele ha portato a una diminuzione delle tensioni geopolitiche, influenzando positivamente i mercati finanziari. I risultati sono evidenti: il prezzo del petrolio ha mostrato un leggero calo, mentre le azioni statunitensi hanno raggiunto nuovi massimi storici.
La settimana scorsa è stata segnata dal timore di un conflitto diretto tra gli Stati Uniti e l’Iran, in seguito a un attacco alle infrastrutture nucleari iraniane. Tuttavia, la risposta da parte dell’Iran è stata contenuta, favorendo una de-escalation della situazione. Gli Stati Uniti, Israele e Iran hanno optato per un cessate il fuoco, siglato grazie alla mediazione degli Stati Uniti. Questo accordo ha segnato la conclusione di quasi due settimane di ostilità.
Il mercato del petrolio ha così beneficiato di questo clima disteso, tornando su livelli più stabili. Attualmente, il Brent Crude è scambiato attorno ai 67 dollari al barile, lontano dai picchi precedenti. Anche se un premio di rischio persiste a causa della situazione geopolitica, le previsioni indicano un prezzo intorno ai 60 dollari al barile entro la fine dell’anno, grazie a un’offerta elevata e a una domanda relativamente bassa.
Con le tensioni in Medio Oriente che si attenuano, l’accento torna su altre questioni economiche, in particolare la guerra commerciale e il bilancio degli Stati Uniti. Il presidente Trump sta spingendo per l’approvazione di un importante pacchetto di stimolo, mentre il Congresso è chiamato a considerare sia gli incrementi del deficit che le scadenze per gli accordi commerciali. Al contempo, la Federal Reserve prevede due possibili riduzioni dei tassi d’interesse entro la fine dell’anno, data l’incertezza economica.