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giovedì, Ottobre 10, 2024
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Camionista che maltrattava migranti a Ventimiglia si dimette dall’azienda

È stato identificato il camionista che, il 15 luglio scorso, ha aggredito alcune migranti a Ventimiglia utilizzando una cinghia. Le autorità, inclusa la Procura e il Tribunale di Imperia, hanno già in possesso le generalità dell’uomo, un 57enne straniero, e stanno esaminando le sue responsabilità penali. Secondo la ricostruzione degli eventi, le undici donne, una delle quali incinta, si erano rifugiate nel tir dell’uomo per passare la notte a causa della stanchezza, quando hanno cercato aiuto. Tuttavia, il camionista ha risposto alla loro richiesta con violenza, colpendole per farle scendere dal camion.

L’identificazione del camionista è avvenuta grazie a un video girato da un testimone oculare, che ha catturato la scena della violenza. Questo filmato si è dimostrato cruciale per le indagini, poiché ha permesso alla polizia di risalire alla targa del veicolo. Gli investigatori, lavorando anche attraverso il materiale condiviso sui social, sono riusciti a localizzare il camionista e a confermare la sua identità. È emerso che l’uomo lavorava per un’azienda bulgara e si trovava a Ventimiglia dopo un viaggio in Spagna, diretto in Bulgaria.

Nonostante la gravità dell’accaduto, il camionista non si è presentato alla polizia per denunciare l’accaduto, il che ha allungato il tempo necessario per la sua identificazione. Infine, si segnala che, dopo il fatto, il camionista sembra essersi licenziato dall’azienda per cui lavorava, il che implica che non è più un dipendente della stessa. Le indagini continuano per accertare ulteriori responsabilità legali e per garantire giustizia alle vittime di questo atto violento.

La notizia ha sollevato un’ondata di indignazione e ha posto l’accento sulla necessità di proteggere i diritti delle persone vulnerabili, come i migranti. Eventi di questo tipo evidenziano il difficile contesto in cui si trovano molte persone in transito, costrette a cercare rifugio e assistenza in situazioni rischiose, e la violenza sistemica che spesso le colpisce.

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