La Procura di Genova ha rinviato a giudizio cinque medici accusati di omicidio colposo in relazione alla morte di Camilla Canepa, una ragazza di 18 anni di Sestri Levante deceduta a causa di una trombosi pochi giorni dopo aver ricevuto il vaccino anti-Covid. Secondo gli inquirenti, i medici non avrebbero rispettato i protocolli di emergenza, il che potrebbe aver contribuito al decesso della giovane.
L’udienza per i cinque medici è fissata per il 16 gennaio 2025. Gli accusati includono i due medici di turno al pronto soccorso, un neurologo e il primario dell’ospedale, tutti accusati di omicidio colposo e falso. Un quinto medico, un medico a gettone, è stato indagato per falso perché non ha segnalato la recente vaccinazione nelle cartelle cliniche di Camilla.
Camilla è deceduta il 10 giugno 2021 presso l’ospedale San Martino di Genova, dopo aver inizialmente cercato assistenza all’ospedale di Lavagna il 3 giugno. Lì si era presentata lamentando forti mal di testa e fotofobia. Dopo essere stata dimessa, è tornata in ospedale il 5 giugno con gravi deficit motori. Le sue condizioni si sono aggravate rapidamente, portando al decesso pochi giorni dopo.
La ragazza ha ricevuto il vaccino AstraZeneca il 25 maggio, ma l’indagine ha stabilito che il farmaco non ha causato la sua morte. Camilla è morta a causa di una rara trombosi cerebrale associata a bassi livelli di piastrine, nota come Vitt, che può essere scatenata da vaccini a base adenovirale come AstraZeneca e Johnson & Johnson. Secondo l’accusa, i medici avrebbero potuto diagnosticare la trombosi seguendo i protocolli corretti, che includevano l’esecuzione di una TAC con mezzo di contrasto, cosa che non è stata fatta.
I medici inizialmente interrogati come testimoni hanno dichiarato che non erano state fornite indicazioni sui vaccini. La difesa degli indagati sottolinea la mancanza di linee guida chiare, affermando che è stata aperta una discussione sulle procedure solo dopo la tragica morte di Camilla.