Il processo a Palermo riguardante il caso Open Arms si è concluso con l’assoluzione di Matteo Salvini, il ministro coinvolto. Durante la trasmissione “Otto e mezzo” su La7, condotta da Lilli Gruber, il giornalista Andrea Scanzi ha espresso il suo parere sulla sentenza, sottolineando che, sebbene l’assoluzione possa sembrare una vittoria per Salvini, in realtà limita il suo potenziale di presentarsi come un “martire”. Scanzi ha affermato che “non cambierà nulla se non per Salvini”, suggerendo che una parte di lui sperasse in una condanna per continuare a recitare il ruolo di vittima.
La Gruber ha chiesto a Scanzi if l’assoluzione avrà implicazioni politiche precise, e il giornalista ha risposto che non si prevedono cambiamenti significativi nell’assetto politico attuale. Inoltre, ha criticato la reazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che si è congratulata con Salvini, affermando che dovrebbe chiedere scusa ai magistrati per le sue precedenti accuse contro di loro.
Scanzi ha precisato che, mentre ritiene eccessive le accuse di sequestro di persona a carico di Salvini, condivide solo la critica riguardante il rifiuto di atti d’ufficio. Ha poi ribadito la sua opinione secondo cui, nonostante l’assoluzione, Salvini ha subito una sconfitta politica, evidenziando che il ministro avesse sperato di ritrovare una centralità nella scena politica come figura opposta al sistema.
Infine, Scanzi ha aggiunto che, a fronte degli attacchi ripetuti della Lega e del governo alla magistratura, resta una situazione di grande irritazione sia a livello sociale che politico. La reazione di Salvini all’assoluzione, che ha descritto come una vittoria per l’Italia, è stata messa in discussione, poiché il suo obiettivo di rialzarsi come figura carismatica e martire sembra non essersi realizzato come sperato. L’analisi di Scanzi suggerisce un’assenza di un vero riscontro politico positivo per Salvini, nonostante l’esito del processo sia favorevole per lui.