”Tra le cose più scioccanti sentite dalla bocca della Rocca ieri il fatto che lei ancora insegni e che soprattutto ai bambini e alle giovani maestre con le quali ha purtroppo a che fare racconti quello che è successo a Lavinia come monito per non distrarsi mai e che certe cose quindi possono accadere anche a insegnanti esperte come lei. Un insulto a una bambina, mia figlia, che poteva avere una vita normale e che ora è costretta in un letto. Le parole ormai non mi bastano più”. Lo dice all’Adnkronos Massimo Montebove, padre di Lavinia, la bimba finita in stato vegetativo dopo essere stata investita nel 2018 nel parcheggio dell’asilo ‘La Fattoria di Mamma Cocca’ a Velletri, in provincia di Roma, all’indomani dell’udienza chiave del processo. Ieri in aula nel Tribunale di Velletri è stata sentita la maestra Francesca Rocca che nel procedimento è accusata di abbandono di minore. Chiara Colonnelli, che era alla guida della bmw che investì Lavinia, è invece accusata di lesioni gravissime.

“Erano le 9.45 quando si sono verificati i fatti. Ero da sola e quella mattina c’erano inizialmente 5 bambini, visto che 2 sono arrivati dopo. Gli altri bambini avevano 3, 6 e 9 anni; la più piccola era proprio Lavinia, che all’epoca aveva appena 16 mesi – ha detto Rocca in aula – Io ero all’interno della struttura, quando si è verificato l’investimento. Quel giorno era caldo e i bambini mi avevano chiesto di andare fuori a giocare, nel parco giochi. Abbiamo giocato una ventina di minuti, ma poi si è fatta ora di fare merenda e abbiamo deciso di rientrare”.

”Nel rientrare avevo preso in braccio Lavinia, ma poi l’ho messa giù per aiutare un bambino cui stavamo togliendo il pannolino da una settimana – ha continuato – Non mi sembrava il caso di fargliela fare davanti a tutti. Ho preso lui e Lavinia per mano e siamo andati dentro, insieme a tutti gli altri bambini, dove ho lasciato Lavinia seduta. Non avevo chiuso il cancelletto né la porta a soffietto, ma l’ho lasciata seduta, sul montante della porta, quasi interno alla struttura. Lavinia non toglieva le scarpine perché stava imparando a camminare, proprio in quei giorni. Poi un’altra bambina mi ha detto che si stava facendo la pipì sotto. Dopo un po’ mi giro con lo sguardo e cerco Lavinia e nel frattempo sento urlare. Non vedevo nulla perché dal portone avevo la plastica della porta a soffietto”. La maestra ha poi raccontato di essere uscita e di aver visto Lavinia sdraiata a terra.

Non è stato facile per i genitori della piccola Lavinia assistere a questa udienza e ascoltare la ricostruzione della maestra. “Per fortuna stanotte – ha raccontato stamattina Massimo Montebove – sono riuscito a riposare almeno un po’, ho scaricato la tensione abbracciando la mia compagna e i miei figli come faccio sempre e stavolta anche di più. Resta la sensazione di una persona con poca coscienza, che per difendersi da una grave accusa ha messo in scena una commedia riuscita male, tra pianti di coccodrillo, allusioni al suo stato di salute, rivendicazione di una professionalità ultradecennale che mai le avrebbe permesso di abbandonare una bambina nel parcheggio dell’asilo e mille contraddizioni rispetto alla versione della investitrice. Investitrice che nella precedente udienza aveva anche in parte ritrattato ciò che mi aveva raccontato quando l’ho casualmente incontrata nei giorni successivi all’investimento, relativamente alla presenza di una seconda minore nell’asilo e nel parcheggio sola assieme a Lavinia. La maestra invece ha confermato la presenza dell’altra bambina. Che dire?”.

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