La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 25 punti base per stimolare l’economia dell’Eurozona, prevista in crescita sotto le aspettative. Questo abbassamento comporterà una significativa diminuzione degli interessi su prestiti e mutui, con riduzioni delle rate mensili comprese tra 13 e 30 euro. Dopo la riunione del 12 dicembre, la presidente Christine Lagarde e il suo team hanno optato per un taglio prudente, escludendo un intervento più drastico di 50 punti base. Il nuovo tasso di riferimento per i depositi presso la Bce è ora del 3%, il più basso dal febbraio 2023, ma ancora superiore allo 0% del periodo pandemico.
L’effetto principale sul consumatore di questa decisione è la riduzione dei tassi di interesse. La Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) prevede che, rispetto al 2023, un mutuo per una casa da 200mila euro con un piano di 25 anni costerà 80mila euro in meno. Facile.it stima che la rata media di un mutuo per una famiglia italiana scenderà da 682 euro a 664 euro, con un risparmio mensile di 18 euro. Secondo il Codacons, l’abbassamento delle rate più comuni varierà tra 13 e 30 euro, a seconda dell’importo e della durata.
Il taglio dei tassi da parte della Bce è influenzato da fattori come l’inflazione e la crescita economica: inflazione elevata richiede tassi più alti per essere controllata, mentre una crescita bassa necessita di un costo del denaro ridotto. Le previsioni indicano che nell’Eurozona la crescita si fermerà a 0,7% nel 2024, mentre l’inflazione si attesta al 2,4%, quasi sotto controllo. Nello specifico, l’Italia beneficerà notevolmente da questo intervento, poiché la sua inflazione è contenuta all’1,4%, mentre la crescita è ancor più bassa, attesa tra lo 0,5% e lo 0,6%.
In sintesi, il taglio dei tassi da parte della Bce rappresenta una mossa strategica per incentivare i prestiti e stimolare la crescita economica nell’Eurozona, affrontando le sfide attuali di bassa crescita e inflazione gestibile, con particolare attenzione all’Italia, che si presenta con indicatori economici meno favorevoli.