La Banca Centrale Europea (Bce) ha deciso di ridurre i tassi di interesse di riferimento dell’area euro di 0,25 punti percentuali, portando il tasso sui depositi al 2,50%, il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento al 2,65% e il tasso sulle operazioni marginali al 2,95%. Questa decisione, presa con ampio consenso all’interno del Consiglio direttivo, avrà un impatto significativo sui mutui, in particolare su quelli a tasso fisso, rendendo le rate più basse e portando potenziali risparmi per le famiglie. Tuttavia, gli effetti sul mercato potrebbero anche dipendere dalle politiche commerciali di Donald Trump, in particolare riguardo ai dazi che potrebbero influenzare negativamente l’inflazione.
Il taglio dei tassi avvantaggerà soprattutto i mutui a tasso fisso, poiché la diminuzione delle rate sarà più sensibile per i mutui a lungo termine. Secondo le proiezioni, l’Euribor a 3 mesi potrebbe scendere ulteriormente nel corso dell’anno, raggiungendo un risparmio di circa 40 euro al mese sul mutuo standard entro dicembre 2025. Le associazioni dei consumatori hanno accolto positivamente questo ribasso, sottolineando i benefici per debitori pubblici e privati. Tuttavia, resta fondamentale monitorare l’inflazione, poiché i dazi potrebbero portare a un rialzo generale dei prezzi e influenzare le decisioni future della Bce riguardo ai tassi. In sintesi, mentre il taglio dei tassi rappresenta una buona notizia per molte famiglie e imprese, l’incertezza economica e le politiche internazionali pongono interrogativi per il futuro.