La Banca Popolare di Sondrio è finita sotto la lente d’ingrandimento della Banca Centrale Europea (BCE), che ha segnalato “gravi e significative carenze” nella governance dell’istituto, in particolare nel sistema di gestione del rischio di credito. La BCE ha condotto un’ispezione di sei mesi, che si è conclusa a maggio 2025, e ha imposto misure correttive, tra cui il potenziamento della dirigenza e l’affidamento a un consulente esterno per migliorare l’organizzazione apicale.
Le criticità riguardano non solo le funzioni di risk management e compliance, ma anche la struttura dirigenziale. La BCE ha richiesto interventi per evitare la concentrazione di responsabilità nelle mani di pochi dirigenti e per migliorare la separazione e le responsabilità tra le funzioni chiave.
In risposta ai rilievi, la banca ha sottolineato che l’ispezione si riferisce al periodo 2022-2023 e che le problematiche sono già state evidenziate nei bilanci e nelle relazioni intermedie. È stato richiesto di riclassificare prudenzialmente 27 posizioni creditorie, che rappresentano un valore lordo di 158 milioni di euro. Tuttavia, la banca afferma che questa riclassificazione non avrà impatti economici rilevanti grazie agli accantonamenti già effettuati nel 2023.
La Banca Popolare di Sondrio ha comunicato che ha già avviato interventi correttivi sui problemi riscontrati e si impegna a completare le misure richieste. Non ci sono, al momento, situazioni di emergenza per la banca, ma ci si aspetta un rigoroso rafforzamento della governance per prevenire futuri problemi.
Elaborazione AI: StraNotizie.it
Fonte: www.virgilio.it