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domenica, 8 Dicembre, 2024
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Autonomia, le opposizioni insorgono dopo le parole di Calderoli: cosa ha detto

Roberto Calderoli, durante un incontro a Brescia sull’autonomia con il presidente della Lombardia Attilio Fontana, ha affermato di voler integrare gli indirizzi della sentenza della Corte Costituzionale nella legge, sperando che le opposizioni non si facciano sentire più. Calderoli ha sottolineato la validità della legge, citando che su un centinaio di eccezioni sollevate, solo sette sono state accolte, dimostrando così che il provvedimento è in linea con la Costituzione.

Tuttavia, le opposizioni si sono fortemente schierate contro di lui. Elly Schlein, segretaria del PD, ha accusato Calderoli di mancare di rispetto verso la democrazia, affermando che invece di assumersi la responsabilità per aver presentato un provvedimento incostituzionale, insista con arroganza. Ha specificato che la maggioranza non ha il diritto di decidere cosa può dire l’opposizione e che continueranno a far sentire la loro voce contro i tagli alla sanità, alla scuola pubblica e ai trasporti.

Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, ha ribadito che il tentativo di Calderoli di zittire il dissenso non avrà successo, promettendo che quando l’autonomia differenziata sarà solo un brutto ricordo, lo avvolgeranno nel tricolore senza dirgli una parola, come a lui piace.

Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera, ha denunciato il disastro causato dalla Lega con la proposta dell’autonomia differenziata, definita la “seconda porcata” di Calderoli dopo la legge elettorale. Ha sottolineato che invece di riflettere sulla situazione, stanno cercando di far passare le loro posizioni in modo eclatante.

Calderoli, invece, sembra determinato a proseguire con la sua agenda legislativa, non curante delle critiche ricevute. Le tensioni tra governo e opposizioni hanno quindi raggiunto un nuovo apice, con l’opposizione intenzionata a combattere per la loro visione della democrazia e della gestione pubblica, evidenziando un clima di repressione del dissenso che non è accettabile in una società democratica.

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