Durante il processo per sequestro di persona a carico di Matteo Salvini, legato alla nave Open Arms, l’avvocata Giulia Bongiorno ha sostenuto che il ministro non ha violato la legge, affermando che l’imbarcazione non era in “distress” durante il primo sbarco. Bongiorno ha accusato la ONG di aver ripetutamente rifiutato le opportunità di sbarcare i migranti in altri paesi, suggerendo che l’operato di Open Arms fosse mirato a costringere il governo italiano.
Nel processo che si avvia alla conclusione dopo tre anni, Salvini è accusato di aver trattenuto 147 migranti nel 2019, firmando un decreto di divieto di ingresso nelle acque italiane. Nonostante il Tar avesse dichiarato illegittimo il divieto, il ministro non ha concesso un “place of safety” per lo sbarco. La difesa ha cercato di rovesciare le accuse contro Salvini, concentrandosi sulla condotta della ONG.
Giulia Bongiorno ha affermato che la nave Open Arms non era in “distress” durante il primo sbarco, sottolineando che navigava a 8 nodi con “buona galleggiabilità”. Tuttavia, un perito dell’accusa ha confermato che l’imbarcazione si trovava in emergenza. È interessante notare che lo stesso decreto firmato da Salvini il 1° agosto 2019 riconosceva che la nave aveva recuperato migranti da un natante in difficoltà.
Bongiorno ha asserito che la nave avrebbe avuto “innumerevoli possibilità” di sbarco ma ha rifiutato di farlo, mentre l’avvocato della ONG, Arturo Salerno, ha ribattuto che si stava aspettando la decisione del Tar, che ha dato ragione a Open Arms. Le proposte di sbarco includevano una possibilità a Malta per 39 migranti, che la ONG ha rifiutato per non compromettere la situazione di quelli rimasti a bordo.
Inoltre, la difesa ha contestato il rifiuto della Open Arms di dirigersi verso la Spagna, che aveva offerto due “place of safety”. Il capitano della nave, Oscar Camps, ha spiegato che non era possibile trasportare un così alto numero di persone in due giorni. Bongiorno ha infine accusato la Open Arms di cercare di “forzare la mano” al governo italiano, indicando che il salvataggio non era stato pianificato e facendo riferimento alla transizione politica del periodo, citando una lettera di Giuseppe Conte che proponeva una strategia per la gestione dei salvataggi.