Sappiamo tutti quanto Mark Zuckerberg possa essere puritano (e io lo so benissimo purtroppo) e quanto basti poco perché uno scatto venga rimosso da Facebook e Instagram con le motivazioni più assurde e adesso l’ha capito anche Andreas Muller. Il vincitore di Amici qualche settimana fa ha pubblicato una sua foto artistica (che merita assolutamente la visione) e Instagram l’ha cancellata con la seguente motivazione…
“Il tuo contenuto viole le nostre norme della community. Usiamo le stesse linee guida in tutto il mondo per tutti gli utenti di Instagram. Ti ricordiamo che in futuro potresti perdere l’accesso al tuo profilo. Per non perdere l’accesso leggi le norme e ricorda che perderesti anche i tuoi post, tutti i follower e i messaggi d’archivio che sarebbero eliminati permanentemente. Rispetta quindi tutte le norme. Il tuo contenuto ha violato i termini in materia di adescamento per adulti”.
In quell’occasione Andreas Muller aveva – giustamente – fatto notare che tra la sua foto e quella di Mahmood e Blanco sulla cover Vanity Fair non c’erano differenze: “Però ora spiegatemi che differenza c’è tra questo scatto e il mio. Me l’hanno rimosso anche dalle storie. Eppure quella di Blanco e Mahmood no. Dai ragazzi ma per quale motivo?!”
Andreas Muller censurato da Instagram: “Perché io sì e Mahmood no?” https://t.co/W0RbOypSB2
— BICCY.IT (@BITCHYFit) June 3, 2022
Andreas Muller, nuova censura su Instagram per il ballerino.
Ieri Andreas ha pubblicato una storia in cui si vede Veronica Peparini in pantaloncini e top. Anche questo video non è piaciuto a Mark, che l’ha rimosso.
“Quanto è ridicolo questo social network. Ogni volta mi prometto di lavorarci e basta. Poi invece mi lascio andare dimenticandomi che solo alcuni possono pubblicare il cavolo che vogliono. Tra foto senza vestiti e schiume sul corpo. Parti del corpo al vento, cose in vista all’aria, droghe e chi più ne ha più ne metta. Questa mia storia invece è stata rimossa. Ma andate a quel paese, voi e questa politica di M. E mi fate saltare il nervoso ogni volta che parlate di trattamenti alla pari, di non creare diversità”.
