Andrea Vianello, giornalista di lunga data della Rai, ha annunciato il suo addio all’azienda dopo 35 anni di carriera, in un “accordo consensuale”. La notizia, pubblicata il 25 aprile, giorno della Liberazione e del suo 64° compleanno, segue un periodo di inattività per Vianello. Ha ringraziato la Rai definendola “la mia Rai” e ha sottolineato l’importanza del servizio pubblico, lasciando intuire la volontà di lavorare altrove.
Entrato in Rai nel 1990, Vianello ha lavorato in vari ruoli a radio e televisione, tra cui “GR1”, “Mi manda Rai3”, “Agorà” e “Rai News 24”. Nel 2020 ha pubblicato il libro “Ogni parola che sapevo”, dove racconta la sua esperienza di recupero dopo un ictus. Negli ultimi tempi, si era vociferato di un possibile incarico alla direzione di Radio3, ma non si è concretizzato.
Il collega Sandro Ruotolo, attuale esponente del Pd, ha criticato l’emarginazione di Vianello, denunciando logiche di lottizzazione nel servizio pubblico e la scarsa valorizzazione dei talenti. Ha sottolineato che Vianello è stato inizialmente rimosso dal Giornale Radio senza spiegazioni e successivamente tenuto in una situazione precaria.
Ruotolo ha definito la scelta di Vianello come dignitosa, evidenziando come la Rai attuale favorisca conduttori non all’altezza, a discapito di professionisti come Vianello. Ha anche evidenziato il deterioramento della situazione editoriale della Rai, sottolineando che la sovrapposizione dei programmi durante eventi significativi dimostra una gestione inefficace.
Il futuro di Vianello rimane incerto, senza trattative concrete con altre emittenti al momento.
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