L’ex ministro Andrea Orlando ha annunciato le sue dimissioni dal Parlamento per assumere il ruolo di leader dell’opposizione in Liguria, dopo una sconfitta alle elezioni regionali a favore della coalizione del centrodestra guidata da Marco Bucci. Pur avendo perso le elezioni, Orlando è riuscito a ottenere un seggio nel consiglio regionale.
Orlando, che era stato il candidato del centrosinistra, aveva già accennato alla possibilità di lasciare il posto da deputato per dedicarsi all’attività regionale. Ha spiegato la sua scelta con un messaggio sui social, affermando che “le istituzioni vengono prima delle ambizioni personali”. Il suo obiettivo è di continuare la battaglia politica contro una destra che definisce “arrogante” e “opaca”, portando avanti la lotta avviata durante la corsa alla presidenza.
Come capo dell’opposizione in Regione, Orlando si prepara per le prossime elezioni amministrative del 2025, iniziando da un evento che si terrà il 20 dicembre a Genova per delineare il percorso verso queste consultazioni. Oltre a guidare il Partito Democratico in consiglio regionale, ha accettato anche il ruolo di coordinatore del forum Politiche industriali del PD per il Progetto per l’Italia. In un’intervista, ha sottolineato che il suo impegno in Liguria non esclude un contributo alla politica nazionale, anzi, potrebbe rappresentare un’opportunità per sperimentare strategie utili anche a livello nazionale.
Orlando ha evidenziato che, nonostante la sconfitta, è stato costruito un solido terreno politico che non deve essere disperso. La sua decisione di lasciare il Parlamento vuole essere un segnale di un’interpretazione diversa della politica, mettendo al primo posto le istituzioni rispetto alle ambizioni personali.
Con un’esperienza di 18 anni in Parlamento e incarichi ministeriali significativi, Orlando lascia la Camera, dove aveva ottenuto il seggio alle politiche del 2022 da capolista nel collegio ligure. Il suo posto sarà occupato da Alberto Pandolfo, ex segretario provinciale del PD di Genova. La sua partenza segna un cambiamento significativo per il Partito Democratico in Liguria, mentre Orlando si prepara a una nuova fase della sua carriera politica a livello regionale.