L’Italia affronta gravi problematiche ambientali e sanitarie legate all’amianto e all’ex ILVA, frutto di un lungo inquinamento industriale. L’amianto, utilizzato fino agli anni ’90 nell’edilizia e nell’industria, è altamente cancerogeno, causando malattie respiratorie gravi come asbestosi e mesotelioma. Nonostante il divieto del suo uso nel 1992, milioni di italiani sono ancora esposti, con aree critiche nei luoghi pubblici e privati. La bonifica procede lentamente a causa della complessità e dei costi elevati.
L’ILVA di Taranto, una delle più grandi acciaierie d’Europa, è passata da simbolo di sviluppo a causa di gravi problemi di inquinamento e malattie legate alle sue emissioni. Le polveri sottili e sostanze tossiche hanno aumentato drasticamente la mortalità nella popolazione locale, con contaminazioni ambientali devastanti.
Per affrontare queste sfide, sono necessari interventi urgentemente decisivi da parte delle istituzioni. A Taranto, è fondamentale bilanciare la protezione della salute con la salvaguardia dell’occupazione, sviluppando un piano strategico che preveda la chiusura di impianti obsoleti e un’industrializzazione più sostenibile.
Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente, ha sottolineato la necessità di una bonifica completa dell’amianto entro il 2030, richiamando l’attenzione sui costi e sulle responsabilità dello Stato nella salute dei cittadini. Riguardo all’ex ILVA, ha evidenziato l’importanza di modernizzare il sistema produttivo senza rinunciare alla produzione di acciaio, favorendo tecnologie verdi per garantire un futuro sostenibile. Il futuro sarà una sfida, secondo Costa, e non bisogna fermarsi per evitare ulteriori sofferenze.