Ambulatori aperti di sera e nei weekend, per ridurre le liste d’attesa. Regione Lombardia corre ai ripari con una sperimentazione che ha preso il via lo scorso 1° maggio e che durerà 12 mesi. Tra i primi ad avviare il progetto su base volontaria è l’ASST Santi Paolo e Carlo. «Il primo weekend è andato bene, le agende sono piene e la gente entusiasta – ammette Matteo Stocco, Direttore Generale del Santi Paolo e Carlo -. Ieri è stata fatta anche la prima apertura serale, fino alle 22, con ottimi riscontri; quindi, proseguiremo nei prossimi week +end (sabato pomeriggio dalle 14 alle 18 e domenica mattina dalle 8,30 alle 13) per effettuare visite specialistiche, tac, risonanze magnetiche e molte altre».

Incentivi per medici e infermieri basteranno?

Visite specialistiche, esami di laboratorio e terapia del dolore: l’offerta è ampia e richiede uno sforzo organizzativo e personale aggiuntivo, il che va a scontrarsi con la costante carenza di personale medico e infermieristico. Una nota dolente che, in parte, il Santi Paolo e Carlo riesce ad attutire grazie all’abnegazione del personale, come sottolinea il Direttore Generale. «Lo scorso anno abbiamo ottenuto 144 professionisti in più dell’anno precedente, ma non bastano in considerazione del fatto che i servizi sono aumentati – analizza -. Purtroppo, il mercato del lavoro non sta sfornando professionisti quanti ne avremmo bisogno e questo è un tema che riguarda tutto il Paese. Noi cerchiamo di sopperire con incentivi e prestazioni aggiuntive e, devo ammettere, il personale è stato molto disponibile nelle aperture serali e nei weekend. Non è mai mancato durante la pandemia da Covid, ma neppure dopo». Merito dunque a medici e infermieri del servizio pubblico che con le nuove linee guida regionali saranno chiamati a sostenere ritmi ancora più elevati. «Quest’anno Regione Lombardia ha dato obiettivi numerici importanti per abbattere le liste d’attesa; pertanto, dobbiamo riuscire a stare nei tempi concordati – almeno nel 90 percento dei casi – sia per la parte ambulatoriale, che di chirurgia e ricovero – ammette Stocco-. È un impegno gravoso perché la domanda sembra aumentare al crescere dell’offerta. Speriamo di farcela»

Grazie al PNRR avviati progetti sul territorio e nelle case di comunità

Una sfida ambiziosa, dunque, che rientra in una più ampia progettualità di sviluppo territoriale«. Il PNRR sta dando una grossa opportunità e noi abbiamo in cantiere cinque progetti e stiamo avviando i lavori per la prima casa di comunità nei pressi dell’ospedale San Paolo dove, oltre ai consultori, ci sarà spazio per i medici di medicina generale e i servizi territoriali. Ci stiamo muovendo però anche all’interno degli ospedali per essere sempre più performanti in un ambiente all’avanguardia con tecnologie di ultima generazione».

Nuova terapia intensiva con 24 posti letto

Non solo ambulatori aperti e case di comunità, dunque, per il Santi Paolo e Carlo il post pandemia significa ristrutturazione anche degli ospedali con la realizzazione della nuova terapia intensiva, inaugurata ieri alla presenza del Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, dell’assessore al Welfare Letizia Moratti e del Magnifico Rettore dell’Università di Milano, Elio Franzini. «Oggi abbiamo la terapia intensiva più evoluta del territorio – aggiunge Stocco -, l’abbiamo realizzata con i fondi regionali (circa un milione 600 mila euro) prevedendo un potenziamento dei posti letto di terapia intensiva che passano da 8 a 24, la realizzazione della terapia sub intensiva, che prima mancava, e la ristrutturazione dell’area esterna». Complessivamente sono più di 200 i milioni stanziati da Regione Lombardia per la riqualificazione dei due ospedali: San Paolo e San Carlo. «L’edificio di Corso Novara avrà un ampliamento delle aree di emergenza urgenza e delle aree per le attività di alta intensità di cura – aggiunge il Direttore Generale -.   In questo modo verrà consolidato il ruolo dell’ASST Santi Paolo e Carlo sul territorio e come polo di eccellenza ospedaliera».

Fatebenefratelli-Sacco: il PNRR porta la telemedicina nei quartieri popolari

Discorso analogo per Fatebenefratelli-Sacco per il quale il PNRR rappresenta il volano per potenziare la medicina territoriale e la tecnologia come spiega il Direttore Generale Alessandro Visconti. «Le importanti novità riguardano le case di comunità con l’ambulatorio socioassistenziale, uno spazio dove l’infermiere di quartiere sarà a disposizione dell’utente, la mattina in ambulatorio e nel pomeriggio a domicilio, per offrire prestazioni sanitarie (punture, medicazioni etc) e anche supporto per lettura delle ricette e assunzione di medicinali. Nell’ambulatorio ci saranno anche il tecnico di riabilitazione, lo psicologo e il medico di medicina generale. Molto importante sarà poi il ruolo della tele riabilitazione e della telemedicina -prosegue Visconti-. Abbiamo iniziato a lavorare da qualche giorno in piazzale Selinunte, nel quartiere San Siro, con la teleriabilitazione cardiochirurgica e pneumologica. Ai pazienti vengono fornite delle fascette attraverso le quali i medici del Sacco li monitorano 24 ore al giorno, e forniscono loro le indicazioni per effettuare da remoto la riabilitazione».

 



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