sabato, Ottobre 5, 2024
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Amadeus ottiene altre certificazioni sanremesi con Lazza, Elodie, Mahmood e i Negramaro a sorpresa

Negli ultimi giorni, il Festival di Sanremo 2024 ha ottenuto nuove certificazioni, contribuendo ad arricchire ulteriormente il suo già impressionante palmarès. I riconoscimenti recenti includono il disco di platino per Mahmood e l’oro per i Negramaro. Attualmente, l’edizione 2024 conta in totale 37 dischi di platino e 10 d’oro, con soli tre artisti che non hanno ricevuto alcuna certificazione.

Non solo il Festival di quest’anno ha visto un incremento delle certificazioni, ma anche l’edizione 2023 ha beneficiato in questo senso, con Lazza che ha raggiunto il platino con il brano “Cenere”, portando il suo totale a nove dischi di platino, e Elodie, che ha ottenuto il platino con “Due”, ora a tre dischi di platino. Per quanto riguarda l’edizione 2022, Dargen D’Amico ha aggiunto un ulteriore platino con “Dove Si Balla”, raggiungendo sette dischi di platino. In totale, l’edizione 2023 ha accumulato 44 dischi di platino e 7 d’oro, mentre quella del 2022 si attesta su 45 dischi di platino e 4 d’oro, numeri che secondo esperti, come Carlo Conti, saranno difficili da replicare.

Il resoconto delle certificazioni per il 2024 include diverse categorie: 5 dischi di platino per 500.000 copie, 4 dischi di platino per 400.000 copie, e così via fino ai dischi d’oro per 50.000 copie. Alcuni dei brani premiati includono “I P’ Me Tu P’ Te” di Geolier e “Sinceramente” di Annalisa, fino alle produzioni più piccole come “Autodistruttivo” di La Sad e “Governo Punk” di BNKR44.

Tuttavia, è importante notare che alcune canzoni, come “Pazzo Di Te” di Renga e Nek, non hanno ricevuto alcuna certificazione. Riguardo al Festival di Sanremo, il direttore della FIMI, Enzo Mazza, ha espresso critiche nei confronti della città, sottolineando la necessità di investimenti per evitarne l’obsolescenza. Mazza ha paragonato la situazione della città a quella di un Festival in continua evoluzione, evidenziando le infrastrutture datate e la mancanza di modernizzazione, esprimendo amarezza per l’immobilismo di Sanremo rispetto alla crescita dell’industria musicale.

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