Sempre più italiani rinunciano o hanno rinunciato negli ultimi due anni di pandemia alle cure dentistiche, per deprivazioni economiche unite alla paura dei contagi, nonostante proprio questa branca, grazie a un rigoroso rispetto dei protocolli, abbia fatto registrare la più bassa percentuale di infezioni contratte all’interno degli studi odontoiatrici.

L’odontoiatria italiana (Campania in testa) è per il 93% privata e solo per il 7% pubblica per cui in assenza di un ampliamento dell’assistenza odontoiatrica pubblica si osserverà a breve un impatto molto negativo della pandemia da Covid-19 sulla salute orale con ripercussioni anche sulla salute sistemica considerando lo stretto rapporto che esiste tra malattie dento-gengivali e alcune gravi malattie come ad esempio il diabete, alcune patologie cardiovascolari, il morbo di Alzheimer o il parto prematuro.

Questi dati, insieme alla necessità di ripensare un’odontoiatria più vicina al territorio, più accessibile, anche investendo sempre più nella formazione universitaria specialistica degli igienisti dentali, sono stati al centro della discussione durante la XX edizione del Congresso della Commissione nazionale dei corsi di studio in Igiene dentale tenutosi a Napoli lo scorso 10-11 giugno. Una due giorni che ha ospitato i più prestigiosi nomi dell’Odontoiatria italiana oltre al professor Roberto Burioni (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) e al Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute Pierpaolo Sileri.

Ramaglia: «Auspichiamo un sempre maggior coordinamento tra gli indirizzi di politica regionale e nazionale»

«Durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, le attività odontoiatriche, sia private che pubbliche – afferma il professor Luca Ramaglia (Odontoiatria Federico II), patron dell’evento – hanno continuato ad offrire assistenza alla popolazione italiana limitandola nella fase uno alla gestione delle urgenze e delle prestazioni indifferibili ma rapidamente ripristinando le normali attività nella fase due in aderenza alle precise disposizioni elaborate dallo specifico Tavolo Tecnico dell’Odontoiatria opportunamente insediato presso il Ministero della Salute a supporto del CTS governativo. L’efficacia delle indicazioni operative e la loro puntuale applicazione da parte della professione odontoiatrica hanno contribuito sia a contenere la diffusione del contagio sia ad una rapida ripresa in sicurezza dell’assistenza ordinaria. è importante far capire che rinunciare alle cure odontoiatriche significa perdere la qualità di vita ed essere costretti domani ad interventi anche molto invasivi. Inoltre, è noto il consolidato legame che intercorre tra salute orale e salute sistemica, motivo per il quale auspichiamo un sempre maggior coordinamento tra gli indirizzi di politica regionale e nazionale per diffondere consapevolezza sull’importanza della prevenzione».

Burioni: «Alcuni professionisti hanno lavorato in condizioni disagiate e rischiose»

«Alcune professioni hanno dovuto impegnarsi di più – ha affermato il professor Burioni – lavorando in condizioni disagiate e rischiose e senza la possibilità di fermarsi per garantire ai pazienti l’assistenza indispensabile e non differibili: tra questi in prima linea si sono trovati odontoiatri e igienisti dentali. L’implementazione di protocolli rigorosi, basati sulle evidenze scientifiche e un notevole sacrificio personale hanno fatto sì che nel nostro Paese i pazienti abbiano continuato a ricevere l’assistenza anche nei momenti più critici della pandemia. In poche parole, odontoiatri e igienisti dentali hanno fatto il proprio dovere anche quando è stato molto difficile, rischioso e impegnativo farlo. Adesso – ha aggiunto Burioni ai microfoni di Sanità Informazione – è il momento di riprendere in mano nel migliore dei modi la prevenzione e la cura di tutto ciò che è extra-Covid19».

«La salute del cavo orale è fondamentale per prevenire e diagnosticare varie patologie di origine sistemica – ha concluso ai nostri microfoni il Sottosegretario Sileri – motivo per cui è importante formare ed educare in tal senso anche i caregivers. Sicuramente si dovrà investire in programmazione e controllo, e in questo, i fondi del PNRR insieme all’incremento del Fondo Sanitario Nazionale vanno nella direzione di garantire più salute ai fragili, agli anziani, ai pazienti cronici. È necessario inoltre investire maggiormente nel settore dell’odontoiatria, soprattutto nell’ odontoiatria sociale. Nell’era della digitalizzazione e della telemedicina è impensabile non avere un’odontoiatria del territorio».

 



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