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sabato, 14 Dicembre, 2024
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Alessandro Impagnatiello: richiesta di ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello rischia una condanna all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, assassinata il 27 maggio 2023 mentre era incinta di sette mesi. Durante il processo in Corte d’Assise a Milano, le pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo hanno presentato la loro requisitoria, qualificando l’atto come femminicidio premeditato e aggravato da crudeltà e futili motivi. Impagnatiello deve rispondere anche di interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere.

La Procura ha sottolineato che il femminicidio è stato il culmine di un piano omicidiario progettato mesi prima. Mannella ha descritto l’omicidio come un “viaggio nell’orrore” e ha evidenziato l’assenza di pentimento da parte dell’imputato, che non ha mai mostrato rispetto per Giulia o per la sua famiglia. Inoltre, è stato affermato che Impagnatiello ha tentato di manipolare la verità, presentando Giulia come affetta da depressione per sviare le indagini.

Le accuse raccontano di 37 coltellate inflitte a Giulia con incredibile violenza. Impagnatiello avrebbe tentato anche di avvelenare Giulia in precedenza, cercando di simulare un suicidio. Le pm hanno evidenziato che egli ha mostrato tratti di “narcisismo mortale”, manipolando anche i propri familiari affinché mentissero alle autorità.

Immediatamente dopo l’omicidio, Impagnatiello ha denunciato la scomparsa di Giulia, sostenendo che fosse scappata. Tuttavia, ci sono “indizi schiaccianti” di sangue trovati nella sua auto e nell’appartamento, che hanno portato alla sua confessione. L’atteggiamento di Alessandro in aula è apparso freddo e distaccato, quasi indifferente al dramma da lui stesso perpetrato.

In aula sono presenti i familiari di Giulia, che chiedono giustizia e si oppongono alle giustificazioni di Impagnatiello. La madre di Giulia ha esposto su Instagram il suo dolore e la voglia di giustizia, descrivendo Giulia come una donna forte e determinata a prendersi cura del suo bambino rispetto al terrore inflitto dal compagno. Ora la palla passa agli avvocati delle parti per le ultime arringhe, mentre ci si avvicina alla possibile sentenza della Corte.

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