Il Medioevo, periodo carico di leggende e miti, ha visto la diffusione di creature fantastiche, riflettendo le limitazioni della conoscenza dell’epoca. Nonostante l’ignoranza e l’influenza religiosa, discipline come matematica e botanica hanno trovato spazio per svilupparsi. I bestiari medievali, manoscritti illustrati, combinavano descrizioni di animali reali e immaginari, fondendo scienza e simbolismo religioso. Questi testi, considerati enciclopedie fantasiche, si devono a monaci e uomini di cultura che raccoglievano informazioni da fonti classiche.
Tra le strane creature dei bestiari spicca lo Sciapode, un umanoide con una sola gamba e un enorme piede, ritenuto agile e capace di balzi notevoli. La sua esistenza fu accettata per secoli, tanto da sorprendere Marco Polo. Un altro animale bizzarro è l’ippopotamo, descritto nei bestiari come un enorme pesce dotato di zampe e corna, distorcendo la reale conoscenza dell’animale.
Il Monocero, un ibrido tra unicorno e chimera, è un ulteriore esempio di creatura fantastica. Descritto da Plinio, aveva corpo di cavallo e testa di cervo, considerata magica e impossibile da abbattere. L’ostrica, trasformata in un animale dotato di volto umano in alcuni bestiari, mostra come la conoscenza possa essere reinterpretata fantasiosamente.
Infine, l’Anfesibena, un serpente a due teste, si diceva fosse nato dal sangue di Medusa ed era temuto per la sua velenosità. Queste creature, frutto di interpretazioni errate e mancanza di contatti con il mondo animale, hanno influenzato la narrativa fantasy e contribuito a formare l’immaginario collettivo dell’epoca.
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