Il Papa, durante il volo di ritorno dal Belgio il 29 settembre 2024, ha nuovamente espresso la sua ferma posizione contro l’aborto, definendolo un “omicidio”. Ha dichiarato che le donne hanno il diritto alla vita, sia la propria che quella dei loro figli, e ha sottolineato l’importanza di riconoscere la natura di un aborto, evidenziando che già un mese dopo il concepimento sono presenti tutti gli organi di un essere umano. Francesco ha accusato i medici che praticano l’aborto di essere “sicari”, affermando che non è possibile discutere su questo punto.
Il Papa ha anche menzionato il re del Belgio, Baldovino, noto per le sue posizioni antiabortiste, annunciando che verrà avviato il processo di beatificazione per il suo coraggio nel rifiutare di firmare una legge che avrebbe legalizzato l’aborto, dimettendosi in segno di protesta. Bergoglio ha elogiato il re come un uomo santo, sottolineando che la sua azione invia un messaggio forte e chiaro sulla difesa della vita.
Inoltre, Papa Francesco ha commentato l’attuale situazione in Libano, parlando della necessità di una difesa proporzionata all’attacco. Ha denunciato come le azioni sproporzionate possano rivelare una tendenza dominatrice e oltrepassare i limiti della moralità. Francesco ha descritto come, anche in tempo di guerra, è fondamentale mantenere una certa etica, risultando l’uso della forza in modo eccessivo come immorale. Ha usato l’espressione “cattivo sangue” per descrivere le conseguenze di queste azioni immorali.
In sintesi, il Papa ha ribadito con forza la sua posizione pro-life e l’importanza della moralità anche nel contesto della guerra, affermando che debbano sempre essere rispettate regole etiche e morali. Le sue dichiarazioni riaffermano il suo impegno a proteggere la vita umana e a promuovere una giustizia che tenga conto della dignità di ogni individuo, evidenziando il coraggio di coloro che si oppongono alla legge dell’aborto e auspicando una riflessione sulle questioni etiche legate ai conflitti armati.