Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha presentato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per l’iraniano Mohammad Abedini Najafabadi. In una nota ufficiale del Ministero, si sottolinea che non sussistono le condizioni per l’estradizione verso gli Stati Uniti, poiché ad oggi non ci sono elementi a sostegno delle accuse formulate.
La richiesta di estradizione si basa sull’articolo 2 del trattato tra gli Stati Uniti e l’Italia, il quale stabilisce che l’estradizione possa essere effettuata solo per reati perseguibili secondo le leggi di entrambi i Paesi. La nota evidenzia che, attualmente, tali condizioni non sono soddisfatte.
Le accuse rivolte a Najafabadi comprendono ‘associazione a delinquere per violazione dell’IEEPA’ (International Emergency Economic Powers Act), che non trova riscontro nelle leggi penali italiane. Inoltre, le ulteriori accuse di ‘associazione a delinquere per fornire supporto a un’organizzazione terroristica con conseguente morte’ e ‘fornitura di sostegno materiale a un’organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’ non sono supportate da prove concrete.
L’unica attività riconducibile a Najafabadi è rappresentata dallo svolgimento di operazioni di produzione e commercio di tecnologie nel proprio Paese, le quali potrebbero avere applicazioni militari, ma non sono necessariamente legate a comportamenti illeciti secondo il sistema giuridico italiano.
La nota del Ministero della Giustizia ribadisce dunque l’assenza di elementi sufficienti a sostegno delle accuse e sottolinea che, in mancanza di tali prove, non sono rispettate le necessarie condizioni per procedere all’estradizione.