a cosa serve sonno conosciamo funzione fondamentale v4 736963

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Un nuovo studio condotto dalla Cornell University e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Science, dimostra una funzione fondamentale del nostro sonno quotidiano.

Dopo aver visto come migliorare la qualità del sonno, è importante sottolineare che l’ippocampo (una specifica area del nostro cervello) è diviso in tre regioni: CA1, CA2 e CA3. Mentre CA1 e CA3 risultano essere coinvolte nella codifica dei ricordi relativi al tempo e allo spazio, conosciamo ben poco di CA2… almeno fino ad oggi.

Dal punto di vista fisiologico, imparare nuove cose attiva i neuroni presenti nell’ippocampo. In seguito, mentre dormiamo, quegli stessi neuroni ripeteranno lo stesso schema di attività, consentendo al cervello di consolidare i ricordi, immagazzinandoli. La domanda sorge però spontanea: come possiamo continuare a imparare cose nuove per tutta la vita senza saturare i nostri neuroni? Potremmo aver trovato una risposta sorprendente.

Il team ha impiantato degli elettrodi negli ippocampi di alcuni topi, in modo da registrare l’attività neuronale durante l’apprendimento e il sonno. Così facendo, si è osservato come durante il sonno i neuroni presenti nelle aree CA1 e CA3 riproducano gli stessi schemi neuronali che si sviluppavano durante l’apprendimento diurno. Si è però verificato un fenomeno decisamente peculiare.

“«Le regioni CA1 e CA3 che erano state molto attive fino a pochi istanti prima, erano divenute improvvisamente silenziose. È un reset della memoria e questo stato particolare, è generato dalla regione centrale, CA2»”, ha affermato Azahara Oliva, professore associato di neurobiologia, nonché autore dell’articolo.

Considerando che dormire poco rende ansiosi e meno felici, tutto ciò potrebbe spiegare perché tutti gli animali (essere umano compreso) abbiano bisogno di dormire quotidianamente. Non si tratta esclusivamente di fissare nuovi ricordi, ma anche di resettare letteralmente il cervello e mantenerlo attivo durante le ore di veglia.

“«Questo meccanismo potrebbe consentire al cervello di riutilizzare le stesse risorse, ovvero gli stessi neuroni, per un nuovo apprendimento il giorno dopo»”, conclude lo stesso Oliva.

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