Le app sono sempre affamate di dati, e con gli aggiornamenti recenti dei sistemi operativi, gli utenti devono concedere permessi per accedere a informazioni sensibili. Spesso, questi permessi vengono accettati senza comprenderne appieno le motivazioni. Una ricerca condotta da Cybernews su 50 tra le più popolari app Android ha rivelato che molte richiedono permessi ritenuti “pericolosi”, in grado di compromettere la privacy dell’utente.
Le app più famose come WhatsApp e Facebook si collocano tra quelle che richiedono un numero elevato di permessi, con WhatsApp che ne chiede ben 26. Cybernews ha esaminato i file Manifest di queste app per scoprire quali permessi siano richiesti. Molte app, infatti, non necessitano permessi per accedere a funzionalità non correlate al loro scopo principale. Ad esempio, WhatsApp e Truecaller richiedono permessi potenzialmente dannosi, mentre app videoludiche come Among Us non richiedono autorizzazioni pericolose.
Tra i permessi più rischiosi vi sono l’invio di notifiche, che, sebbene sembri innocuo, può essere sfruttato per inviare annunci indesiderati o raccogliere dati. Sempre più app chiedono di accedere allo storage esterno, il che potrebbe mettere a rischio la privacy degli utenti, consentendo l’accesso a documenti sensibili. Anche l’accesso alla fotocamera e la registrazione audio sono comunemente richiesti e potrebbero essere sfruttati da attori malintenzionati.
Inoltre, molte app vogliono tracciare la posizione precisa degli utenti, il che rappresenta un invadenza significativa della privacy. Il permesso di leggere lo stato del telefono è un altro permesso delicato, in quanto consente l’accesso a informazioni critiche sul dispositivo.
Si consiglia di prestare attenzione ai permessi richiesti dalle app e di riconsiderare concessioni di autorizzazioni che non sono necessarie. È importante disinstallare app non necessarie e revocare permessi eccessivi in modo da proteggere la propria privacy. Infine, è sempre saggio scaricare app da store affidabili e mantenere il software del dispositivo aggiornato per ridurre i rischi di vulnerabilità.