Pino Daniele: le frasi più belle scritte dal cantautore partenopeo all’interno delle sue canzoni.

Pino Daniele è celebrato da tutti come uno dei più grandi geni musicali che l’Italia della musica leggera abbia conosciuto. Un personaggio unico, capace di unire quella ricerca melodica storicamente partenopea alle sonorità provenienti dall’America, mescolando il blues, il jazz, i ritmi mediterranei e il pop di casa nostra. Eppure, c’è un lato di Pino meno apertamente apprezzato, ma altrettanto ricco di talento: quello poetico. Scopriamo insieme alcuni dei testi e delle frasi più belle uscite dalla penna dell’artista napoletano.

Pino Daniele: le frasi più belle

Come autore Pino Daniele è stato forse sottovalutato nel corso della sua carriera. Specialmente nella sua produzione napoletana, però, il cantautore ha saputo mostrare una straordinaria sensibilità e un grande talento nella ricerca di parole e immagini, caratteristica che non lo fa certo impallidire dinanzi ai più grandi parolieri della nostra canzone.

Ecco alcuni esempi della sua straordinaria verve come scrittore di testi, da Napule è a Quando.

Pino Daniele
Pino Daniele

Pino Daniele – Napule è

Tra i testi più belli ed emozionanti mai scritti dal cantautore partenopeo non può non essere menzionato Napule è. Non solo si tratta di una delle prime composizioni, sia musicali che verbali, nella carriera di Pino, ma anche di una delle sue migliori canzoni in assoluto.

Scorrendo il testo indimenticabile di questo inno alla città di Napoli, tra le sue tante contraddizioni, non mancano versi entrati a far parte del repertorio poetico partenopeo. A partire dal celeberrimo incipit:

Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è ‘a voce d”e criature che saglie chianu chiano e tu saje ca nun si sulo“.

Pino Daniele – Je so’ pazzo

Canzone simbolo del secondo album di Pino Daniele, Je so’ pazzo è una delle composizioni più acide e sarcastiche dell’artista, che rivendica il proprio ruolo di novello Masaniello. E chiamatelo pure pazzo se oggi vuole parlare. Per lui è meglio così, meglio vivere ‘almeno un giorno da leone’ che accettare tutto passivamente:

Non mi date sempre ragione, io lo so che sono un errore, nella vita voglio vivere almeno un giorno da leone. E lo Stato questa volta non mi deve condannare pecché je so’ pazzo, je so’ pazzo, e oggi voglio parlare“.

Pino Daniele – Voglio di più

Nero a metà è certamente l’album più famoso dell’artista napoletano, ma forse anche il più riuscito dal punto di vista e musicale e testuale. Un vero capolavoro che contiene perle come questa Voglio di più, canzone scritta in italiano ma dal pensiero decisamente napoletano, incentrata su quel concetto di rivalsa tanto caro a chi è nato nel Meridione italico:

Voglio di più di quello che vedi, voglio di più di questi anni amari. Sai che non striscerò per farmi valere. Vivrò così, cercando un senso anche per te“.

Pino Daniele – Appocundria

In questo breve e intensissimo brano, l’artista prova a sintetizzare il complesso concetto di ‘appocundria’, non traducibile in italiano ma nemmeno facilmente spiegabile in napoletano. Le sue parole sono però pennellate straordinarie:

Appocundria me scoppia ogni minuto ‘mpietto, pecché passanno forte haje sconcecato ‘o lietto. Appocundria ‘e chi è sazio e dice ca è diuno… appocundria ‘e nisciuno“.

Pino Daniele – Alleria

Tutta l’appocundria e la malinconia del Pino Daniele di Nero a metà si riversa in questo testo che fa parte dell’album leggendario dell’artista napoletano. Stavolta Pino parla di sentimenti, ma lo fa senza mai scadere nel retorico, e analizzando con lucido sconforto le delusioni della vita:

E ti resta solo quello che non vuoi, e non ti aspetti niente perché lo sai che passa ‘o tiempo ma tu non cresci mai“.

Pino Daniele – Quando

Uno dei brani simbolo dell’amicizia che legò Pino Daniele e Massimo Troisi. Quando faceva infatti parte della colonna sonora di Pensavo fosse amore… invece era un calesse. Forse è il momento più alto della poetica di Pino Daniele in italiano. Un testo tanto semplice quanto complesso, velato da quella malinconia che non abbandonò davvero mai la scrittura dell’artista partenopeo:

Tu dimmi quando, quando, non guardarmi adesso amore sono stanco perché penso al futuro. Tu dimmi quando, quando, siamo angeli che cercano un sorriso, non nascondere il tuo viso perché ho sete, ho sete ancora“.

Di seguito l’audio di Quando:

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